PONTIFICIO ISTITUTO MISSIONE ESTERE
SEMINARIO TEOLOGICO INTERNAZIONALE
VISITA PASTORALE ARCIVESCOVO MARIO DELPINI
Celebrazione eucaristica – omelia
Monza, Seminario P.I.M.E.
4 febbraio 2025
Udito parlare di Gesù
(Mc 5,27)
1. C’è il missionario…
C’è il missionario impresario. Arriva e costruisce. Arriva e organizza. Arriva e con lui arrivano volontari competenti e intraprendenti. Il missionario impresario costruisce scuola, chiese, case, ospedali, pensionati per studenti e studentesse. Il missionario impresario organizza laboratori, filiere dal produttore al consumatore.
C’è il missionario martire. Arriva in un contesto ostile. Prende posizione contro costumi viziosi, contro violenze diffuse contro i più deboli. Prende posizione e suscita sconcerto, risentimento, rabbia, finché gli tendono un agguato e il missionario muore.
C’è il missionario temerario. Il missionario temerario si spinge oltre là dove finiscono le strade. Visita luoghi remoti secondo il punto di vista dell’egocentrismo. Incontra persone e costumi che nessuno ha mai conosciuto. Impara lingue che nessuno della sua terra ha mai parlato. Diventa amico di persone che non avevano mai visto uno straniero.
C’è il missionario samaritano. Il missionario samaritano prova compassione per chi soffre, si ferma a raccogliere quelli che cadono per strada, stremati dalla fatica, feriti dalla violenza, affamati, malati, esuli disperati. Si prende cura, medica le ferite, conforta, offre ospitalità, procura sollievo a chi soffre.
C’è il missionario complessato. Il missionario complessato è a disagio per il fatto di essere missionario, è imbarazzato per il fatto di essere sano in mezzo ai malati, ricco in mezzo ai poveri. Si convince che i destinatari della sua missione siano più saggi e buoni di quelli che lo hanno inviato. È sempre preoccupato di non essere un colonialista che impone una cultura che prevarica sulla cultura locale.
C’è il missionario presuntuoso. Il missionario presuntuoso disprezza le culture che non sono evolute come la sua, secondo un suo singolare criterio di evoluzione. Insegna, perché gli altri sono tutti ignoranti. Impone il suo modo di pregare, perché gli altri sono tutti idolatri. Ragiona e fa ragionare perché gli altri sono rimasti tutti nel pensiero magico e nella pratica superstiziosa.
Quanti modi per essere missionari!
Forse voi vi aspettate che io proponga una classifica, che mi metta a giudicare tra le tipologie quelle migliori e quelle peggiori, quelle giuste e quelle sbagliate. Ma questo è il compito vostro, del vostro istituto, della vostra riflessione.
2. La centralità di Gesù
La parola del Signore quest’oggi non propone un trattato di missiologia. Richiama però due aspetti irrinunciabili della missione, due fattori che devono determinare ogni tipo di missione e ogni persona che parta in missione. Forse tutti i modelli accennati contengono aspetti promettenti e coerenti con la riflessione e la pratica virtuosa della missione e contengono limiti che rallentano la missione e la corrompono. Ma ci sono due parole nella liturgia di oggi che aiutano, correggono e incoraggiano ogni missionario in ogni contesto e in ogni forma di missione.
2.2 Tenendo fisso lo sguardo su Gesù.
Non si deve inventare una strada, ma seguire Gesù, lasciarsi condurre dallo Spirito sulle tracce di Gesù. Ci sono infatti molte tentazioni nello zelo missionario: il rischio di guardarsi troppo addosso, di compiangersi per le incomprensioni, di deprimersi per i fallimenti, di esaltarsi per i successi, di esibirsi; il rischio di guardare troppo i numeri; il rischio di guardarsi troppo gli uni gli altri per convincersi di essere migliori, di aver capito meglio di tutti oppure di essere inadeguati.
Noi questo desideriamo fare e possiamo fare: tenere fisso lo sguardo su Gesù. Siamo attratti da lui: tutto quello che possiamo fare, quello che non riusciamo a fare, tutte le gioie e tutte le fatiche e le lacrime trovano in Gesù la salvezza. Tenere fisso lo sguardo su Gesù non è un proposito per gli esercizi spirituali o per una esperienza mistica. È l’atteggiamento quotidiano che dà un orientamento a tutto quello che facciamo, soffriamo, desideriamo.
2.2 udito parlare di Gesù …
La vicenda di questa donna ci aiuta ad avere fiducia e a considerare la modestia di quello che noi possiamo fare. L’avvicinarsi a Gesù della gente non è frutto di una strategia pastorale, di una qualità dei discepoli, di una capacità convincente dei discepoli e dei loro discorsi. Chi sa come questa donna ha udito parlare di Gesù. Forse le chiacchiere, forse il pettegolezzo, forse una cronaca scandalistica. Chi sa come questa donna ha sentito parlare di Gesù. Quello che ha sentito, però, l’ha convinta a cercarlo. Ecco la missione non si esaurisce in una programmazione, in una strategia. È piuttosto come seminare parole al vento. Forse qualcuno sarà raggiunto dalla parola che lo chiama e verrà vicino a Gesù per essere salvato.
Monza, Seminario P.I.M.E.
4 febbraio 2025
Udito parlare di Gesù
(Mc 5,27)
1. C’è il missionario…
C’è il missionario impresario. Arriva e costruisce. Arriva e organizza. Arriva e con lui arrivano volontari competenti e intraprendenti. Il missionario impresario costruisce scuola, chiese, case, ospedali, pensionati per studenti e studentesse. Il missionario impresario organizza laboratori, filiere dal produttore al consumatore.
C’è il missionario martire. Arriva in un contesto ostile. Prende posizione contro costumi viziosi, contro violenze diffuse contro i più deboli. Prende posizione e suscita sconcerto, risentimento, rabbia, finché gli tendono un agguato e il missionario muore.
C’è il missionario temerario. Il missionario temerario si spinge oltre là dove finiscono le strade. Visita luoghi remoti secondo il punto di vista dell’egocentrismo. Incontra persone e costumi che nessuno ha mai conosciuto. Impara lingue che nessuno della sua terra ha mai parlato. Diventa amico di persone che non avevano mai visto uno straniero.
C’è il missionario samaritano. Il missionario samaritano prova compassione per chi soffre, si ferma a raccogliere quelli che cadono per strada, stremati dalla fatica, feriti dalla violenza, affamati, malati, esuli disperati. Si prende cura, medica le ferite, conforta, offre ospitalità, procura sollievo a chi soffre.
C’è il missionario complessato. Il missionario complessato è a disagio per il fatto di essere missionario, è imbarazzato per il fatto di essere sano in mezzo ai malati, ricco in mezzo ai poveri. Si convince che i destinatari della sua missione siano più saggi e buoni di quelli che lo hanno inviato. È sempre preoccupato di non essere un colonialista che impone una cultura che prevarica sulla cultura locale.
C’è il missionario presuntuoso. Il missionario presuntuoso disprezza le culture che non sono evolute come la sua, secondo un suo singolare criterio di evoluzione. Insegna, perché gli altri sono tutti ignoranti. Impone il suo modo di pregare, perché gli altri sono tutti idolatri. Ragiona e fa ragionare perché gli altri sono rimasti tutti nel pensiero magico e nella pratica superstiziosa.
Quanti modi per essere missionari!
Forse voi vi aspettate che io proponga una classifica, che mi metta a giudicare tra le tipologie quelle migliori e quelle peggiori, quelle giuste e quelle sbagliate. Ma questo è il compito vostro, del vostro istituto, della vostra riflessione.
2. La centralità di Gesù
La parola del Signore quest’oggi non propone un trattato di missiologia. Richiama però due aspetti irrinunciabili della missione, due fattori che devono determinare ogni tipo di missione e ogni persona che parta in missione. Forse tutti i modelli accennati contengono aspetti promettenti e coerenti con la riflessione e la pratica virtuosa della missione e contengono limiti che rallentano la missione e la corrompono. Ma ci sono due parole nella liturgia di oggi che aiutano, correggono e incoraggiano ogni missionario in ogni contesto e in ogni forma di missione.
2.2 Tenendo fisso lo sguardo su Gesù.
Non si deve inventare una strada, ma seguire Gesù, lasciarsi condurre dallo Spirito sulle tracce di Gesù. Ci sono infatti molte tentazioni nello zelo missionario: il rischio di guardarsi troppo addosso, di compiangersi per le incomprensioni, di deprimersi per i fallimenti, di esaltarsi per i successi, di esibirsi; il rischio di guardare troppo i numeri; il rischio di guardarsi troppo gli uni gli altri per convincersi di essere migliori, di aver capito meglio di tutti oppure di essere inadeguati.
Noi questo desideriamo fare e possiamo fare: tenere fisso lo sguardo su Gesù. Siamo attratti da lui: tutto quello che possiamo fare, quello che non riusciamo a fare, tutte le gioie e tutte le fatiche e le lacrime trovano in Gesù la salvezza. Tenere fisso lo sguardo su Gesù non è un proposito per gli esercizi spirituali o per una esperienza mistica. È l’atteggiamento quotidiano che dà un orientamento a tutto quello che facciamo, soffriamo, desideriamo.
2.2 udito parlare di Gesù …
La vicenda di questa donna ci aiuta ad avere fiducia e a considerare la modestia di quello che noi possiamo fare. L’avvicinarsi a Gesù della gente non è frutto di una strategia pastorale, di una qualità dei discepoli, di una capacità convincente dei discepoli e dei loro discorsi. Chi sa come questa donna ha udito parlare di Gesù. Forse le chiacchiere, forse il pettegolezzo, forse una cronaca scandalistica. Chi sa come questa donna ha sentito parlare di Gesù. Quello che ha sentito, però, l’ha convinta a cercarlo. Ecco la missione non si esaurisce in una programmazione, in una strategia. È piuttosto come seminare parole al vento. Forse qualcuno sarà raggiunto dalla parola che lo chiama e verrà vicino a Gesù per essere salvato.
Conferenza AccademicaInaugurazione dell’anno accademico 2024-2025.
L’uomo allo specchio dell’intelligenza artificiale. Relazione del don Ermenegildo Conti, modera il p. Alberto Caccaro - PIME. |
Visita a casa dei nostri missionari anzianiUn gruppo di seminaristi ha visitato la casa di reposo dei nostri missionari anziani a Rancio di Lecco, un bel momento vissuto in famiglia nel quale, abbiamo recitato insieme i vespri, condiviso un piccolo rinfresco e ascoltato il coro dei seminaristi.
|
|
|
BENVENUTI AI NOSTRI NUOVI SEMINARISTI 2024
|
Biblioteca:
|