PERCORSO DEL PERIODO FILOSOFICO
Tutto il tempo di formazione filosofica è dedicato alla “conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio” "attraverso l’acquisizione di un metodo di ragionamento critico e speculativo, capace di osservare e interpretare eventi e fenomeni che accadono nel mondo, nella Chiesa e dentro la propria comunità attraverso una prospettiva di fede integrata all’interno di una capacità analitica.
La finalità prioritaria del periodo di Filosofia è di “iniziare quell’itinerario positivo-cosciente che porta il giovane alla realizzazione della sua accertata vocazione missionaria presbiterale”.
Dal punto di vista della crescita spirituale, il cammino formativo propone una conoscenza più approfondita dei contenuti della fede cristiana, a partire da quanto espresso dal Simbolo della Fede, favorendo il senso di partecipazione all’eredità consegnata dagli apostoli e dai martiri che hanno trasmesso e testimoniato la fede.
Il cammino prosegue con l’approfondimento della conoscenza della persona di Gesù Cristo attraverso la rivisitazione della Vita di Gesù come viene narrata nei Vangeli, al fine di discernere e rafforzare il desiderio di imitazione di Cristo.
Al fine di rendere più efficace l’interiorizzazione del cammino di conoscenza e approfondimento dei contenuti della fede e della dimensione cristologica della propria vita, il cammino si pone come obiettivo un cammino di crescita verso una maturità umana adeguata a custodire il dono della vocazione.
Per maturità umana si intende una buona “capacità di autonomia e di autogestirsi. Il che implica:
1) una visione sicura e critica delle realtà del mondo e degli uomini;
2) una vera immagine di se stessi, che riconosca i pregi e ne accetti i difetti;
3) una sicurezza emotiva, come capacità di controllo delle proprie emozioni;
4) una maturazione affettiva, come capacità di dono vero e totale di sé agli altri, una disciplina della propria sessualità che presuppone la maturità genitale e psico-sessuale attrattiva intesa non solo sul piano fisico, ma anche su quello della conoscenza e stima dell’altro,
5) una concezione unificatrice della vita come capacità di trovare lo scopo che si vuol dare a ciò che si fa, in una classificazione prioritaria di valori; il sereno rapporto con gli altri...
Tutto il percorso sarà accompagnato da un graduale inserimento ai valori e all’esperienza della vita comunitaria.
GRUPPO DI LINGUA
Il primo obiettivo pratico di questo gruppo è quello dell’apprendimento della lingua italiana per poter interagire in comunità in modo disinvolto e affrontare gli studi teologici con frutto. Si ritiene che la capacità e la motivazione di apprendimento della lingua sia uno degli elementi di discernimento della vocazione missionaria, che espone ciascun membro del Pime in una situazione di minoranza linguistica, culturale e religiosa. La capacità di affrontare questa fase viene considerata indice della capacità di adattamento del candidato ad un contesto radicalmente diverso da quello di provenienza.
Per favorire, sostenere e accompagnare questo percorso si propone un cammino formativo che introduca alla vita comunitaria (aspetti spirituali), alla gestione dei conflitti tipici di ogni inserimento in un ambiente culturalmente diverso (aspetti psicologici), e permetta di riprendere o anticipare tempi specifici dell’Anno di Spiritualità (la preghiera, la Lectio, il Carisma del Pime).
PERCORSO DEL PERIODO DI SPIRITUALITÀ
Il Periodo di Spiritualità ha una triplice finalità:
a) favorire un’esperienza ed una conoscenza approfondita e sistematica della vita spirituale;
b) assicurare un tempo adeguato di riflessione in vista di un’assimilazione convinta delle esigenze
oggettive della vocazione missionaria e presbiterale e della propria situazione interiore di fronte alla
chiamata divina ed ecclesiale;
c) attivare un’iniziazione alla vita e allo spirito dell’Istituto, in vista dell’inserimento in esso.
Per questa ragione tutti i contenuti del Periodo di Spiritualità saranno orientati ad approfondire tematiche e valori che sono tipici di ogni forma di consacrazione (Povertà, Castità, Obbedienza), aspetti relativi alla vita sacerdotale (il sacerdozio in quanto tale), dimensioni specifiche della vocazione missionaria così come accolte in forma carismatica dal Pime (Ad Gentes, Ad Extra, Ad Vitam, Insieme). Ciascun tema sarà affrontato dal punto di vista della sua fondazione biblica, dalla prospettiva specifica dell’Istituto così come recepito nelle Costituzioni e nella vita delle missioni, secondo il punto di vista della Tradizione della Chiesa e attraverso una lettura psicologica di alcuni aspetti specifici. Si ritiene che questo schema quadripartito possa essere un metodo di approccio a tutta la vita consacrata che il candidato può assumere una volta avviato in modo formale alla formazione in vista dell’incorporazione al Pime attraverso la Promessa Iniziale, con cui si conclude il Periodo di Spiritualità, e dell’ordinazione sacerdotale.
Lo studio e la lettura della Sacra Scrittura costituiscono la struttura portante di tutto l’anno, mentre l’introduzione ai fondamenti della Teologia Spirituale consegna un andamento sistematico a tutto il periodo, permettendo di visitare i contenuti della vita spirituale in genere secondo diverse tradizioni e spiritualità.
Il candidato dovrà confrontarsi costantemente e con buona frequenza con la propria guida spirituale su ciascuno dei temi suddetti, che costituiscono il nucleo del discernimento di tutto il Periodo di Spiritualità, e cioè discernere se il candidato si senta effettivamente chiamato a:
-La vita consacrata
-La vita presbiterale
-La vita missionaria
-L’appartenenza al Pime
Un prolungato tempo personale di solitudine per la preghiera e riflessione personale e l’esperienza caritativa sono gli strumenti privilegiati che vengono proposti al candidato come forma di auto-educazione ad una vita spirituale stabile e autonoma che possa sostenerlo nel percorso successivo della Teologia e nella vita sacerdotale.
Per stabilità e autonomia nella vita spirituale si intende la capacità del candidato di mantenere fede ad un programma personale di preghiera e di meditazione quotidiane, indipendentemente dalla supervisione della propria guida spirituale e dei formatori, così da mantenersi in un costante stato di interiorizzazione delle intuizioni che lo Spirito dona attraverso le sfide della vita quotidiana.
PRIMO ANNO TEOLOGICO
“Il momento centrale del primo anno teologico è indubbiamente il conferimento del Lettorato, primo passo decisivo verso il presbiterato missionario. Questo ministero evidenzia la centralità della Parola di Dio nella vita del missionario e la conseguente necessità di vivere in una perenne attitudine di ascolto, come Maria. L’alunno dovrà perciò acquisire sempre più familiarità con la Parola di Dio e interiorizzarsi con essa. Si raccomandano momenti prolungati di meditazione personale, sperimentando la Parola di Dio come Presenza di Dio e di Gesù Cristo che in essa parla alle sue membra nell’oggi della Chiesa e del mondo e l’accoglierà come norma di fede e di vita”.
“La meditazione quotidiana della Parola correggerà progressivamente l’inclinazione naturale del giovane ad ispirare i propri giudizi e le proprie scelte a criteri solo umani, permettendo l’irruzione della novità dello Spirito nella sua vita, e la scoperta dei segni della volontà di Dio e degli impulsi della grazia nelle vicende della propria vita”.
Si richiede che, a questo punto del suo cammino, il candidato abbia assunto il metodo della Lectio Divina come pratica stabile del proprio percorso spirituale e sia pronto a presentare i contenuti della Parola di Dio nei luoghi dove svolge le proprie attività di apostolato o caritativa, sia in contesti catechetici che di condivisione informale.
SECONDO ANNO TEOLOGICO
“Questo anno è caratterizzato dal Ministero dell’Accolitato. Il centro di interesse è il mistero dell’Eucaristia, che è il culmine e la fonte della salvezza. Il candidato vive il suo cammino verso il sacerdozio e la missione tra i momenti liturgici e i momenti concreti del suo quotidiano (il Cristo dell’altare e il Cristo vivente nell'uomo)”.
Si richiede che, a questo punto del suo cammino, il candidato abbia assunto la preghiera di adorazione come pratica stabile del proprio percorso spirituale e sia capace di prendere iniziative conformi al proprio ministero e vocazione (es.: visita agli ammalati e agli anziani, capacità di dialogo con coloro che non vivono un percorso stabile di fede e con persone di altre fedi...).
TERZO ANNO TEOLOGICO
“È l’anno della verifica finale della maturità di fede, della sensibilità pastorale, presbiterale e missionaria, in vista delle decisioni importanti ormai prossime (il diaconato). In questa fase dell’itinerario formativo si richiede la definitività della missione: qualora sorgessero dei dubbi su di essa o il candidato fosse perplesso, con estrema chiarezza e senza titubanza, si prolungherà il cammino di formazione”. “Sarà compito dei formatori, e specialmente della guida spirituale, presentare chiaramente le esigenze che scaturiscono
dall'Ordine del Presbiterato, quali il celibato a vita e la donazione totale al Corpo di Cristo che è la Chiesa, nella quale e secondo la quale esercitare il proprio ministero di pastori ed evangelizzatori”. “Così anche è necessario che i candidati alla Promessa definitiva siano resi coscienti che essi si impegnano a fare l’attività evangelizzatrice non come navigatori solitari, ma tramite l’Istituto, sotto l’obbedienza all’autorità costituita, nel retaggio storico e culturale dell’Istituto, per tutta la vita”. Si richiede che, a questo punto del suo cammino, il candidato abbia assunto una buona serenità nell’accoglienza della vita celibataria, una buona maturità spirituale e psicologica nel sapere gestire la propria solitudine come occasione per prendersi cura della propria vita interiore, sia a livello spirituale che intellettuale. Ci si aspetta, inoltre, una disposizione affettiva positiva nei confronti dell’Istituto di cui sarà presto membro attivo, ben orientato verso la missione e disposto ad assumersi incarichi di responsabilità in comunione con i propri confratelli. La capacità di prendere iniziative nell’ambito di apostolato (es.: attenzione verso categorie emarginate, come anziani, ammalati, “lontani”, immigrati presenti sul territorio) e di mantenere con fedeltà incarichi di responsabilità, sia in seminario (incarichi comunitari) che nella parrocchia di apostolato (catechesi e altre attività di vario genere) saranno anch’esse considerate come segni positivi in vista del discernimento finale verso la consacrazione definitiva.
QUARTO ANNO TEOLOGICO
“È l’anno della Promessa definitiva, del Diaconato e del Presbiterato, in cui tutto il cammino formativo giunge al termine. Tutta la formazione spirituale è incentrata sulla imitazione di Cristo servo e di Cristo sacerdote ed evangelizzatore, al quale il candidato è configurato tramite il Diaconato e il Presbiterato. Il candidato dovrebbe giungere alla contemplazione di Cristo nello sforzo di diventare un altro Cristo”.
“Lo studio della teologia dell’Ordine, la formazione spirituale e lo stesso impegno pastorale devono convergere nel presentare e far vivere quelle istanze profonde che nascono dalla realtà sacramentale che viene conferita per grazia di Dio.
Devono esplicitare altresì la definitività assoluta della scelta o risposta alla grazia di Dio, che viene conferita attraverso l’invocazione dello Spirito e l’imposizione delle mani”.
Il candidato viene accolto nella comunità del Pime come un confratello e come parte attiva della comunità dei Missionari del Pime già residenti in seminario. Si richiede pertanto da parte loro un contributo significativo nella condivisione delle responsabilità formative attraverso la cura di un gruppo di vita, la capacità di condurre i membri del proprio gruppo ad una riflessione teologica centrata sui 4 pilastri del carisma dell’Istituto e fondata sui principi proposti dal Magistero ecclesiale, un impegno nell’amministrazione concreta del seminario, quest’ultimo in collaborazione con il vice-rettore del seminario.
Tutto questo avverrà attraverso il confronto periodico e costante con tutti i superiori del seminario, in particolare il rettore, che accompagnerà i candidati e ne valuterà la capacità di collaborazione e di fedeltà alle proprie responsabilità.
Tutto il tempo di formazione filosofica è dedicato alla “conoscenza dell’uomo, del mondo e di Dio” "attraverso l’acquisizione di un metodo di ragionamento critico e speculativo, capace di osservare e interpretare eventi e fenomeni che accadono nel mondo, nella Chiesa e dentro la propria comunità attraverso una prospettiva di fede integrata all’interno di una capacità analitica.
La finalità prioritaria del periodo di Filosofia è di “iniziare quell’itinerario positivo-cosciente che porta il giovane alla realizzazione della sua accertata vocazione missionaria presbiterale”.
Dal punto di vista della crescita spirituale, il cammino formativo propone una conoscenza più approfondita dei contenuti della fede cristiana, a partire da quanto espresso dal Simbolo della Fede, favorendo il senso di partecipazione all’eredità consegnata dagli apostoli e dai martiri che hanno trasmesso e testimoniato la fede.
Il cammino prosegue con l’approfondimento della conoscenza della persona di Gesù Cristo attraverso la rivisitazione della Vita di Gesù come viene narrata nei Vangeli, al fine di discernere e rafforzare il desiderio di imitazione di Cristo.
Al fine di rendere più efficace l’interiorizzazione del cammino di conoscenza e approfondimento dei contenuti della fede e della dimensione cristologica della propria vita, il cammino si pone come obiettivo un cammino di crescita verso una maturità umana adeguata a custodire il dono della vocazione.
Per maturità umana si intende una buona “capacità di autonomia e di autogestirsi. Il che implica:
1) una visione sicura e critica delle realtà del mondo e degli uomini;
2) una vera immagine di se stessi, che riconosca i pregi e ne accetti i difetti;
3) una sicurezza emotiva, come capacità di controllo delle proprie emozioni;
4) una maturazione affettiva, come capacità di dono vero e totale di sé agli altri, una disciplina della propria sessualità che presuppone la maturità genitale e psico-sessuale attrattiva intesa non solo sul piano fisico, ma anche su quello della conoscenza e stima dell’altro,
5) una concezione unificatrice della vita come capacità di trovare lo scopo che si vuol dare a ciò che si fa, in una classificazione prioritaria di valori; il sereno rapporto con gli altri...
Tutto il percorso sarà accompagnato da un graduale inserimento ai valori e all’esperienza della vita comunitaria.
GRUPPO DI LINGUA
Il primo obiettivo pratico di questo gruppo è quello dell’apprendimento della lingua italiana per poter interagire in comunità in modo disinvolto e affrontare gli studi teologici con frutto. Si ritiene che la capacità e la motivazione di apprendimento della lingua sia uno degli elementi di discernimento della vocazione missionaria, che espone ciascun membro del Pime in una situazione di minoranza linguistica, culturale e religiosa. La capacità di affrontare questa fase viene considerata indice della capacità di adattamento del candidato ad un contesto radicalmente diverso da quello di provenienza.
Per favorire, sostenere e accompagnare questo percorso si propone un cammino formativo che introduca alla vita comunitaria (aspetti spirituali), alla gestione dei conflitti tipici di ogni inserimento in un ambiente culturalmente diverso (aspetti psicologici), e permetta di riprendere o anticipare tempi specifici dell’Anno di Spiritualità (la preghiera, la Lectio, il Carisma del Pime).
PERCORSO DEL PERIODO DI SPIRITUALITÀ
Il Periodo di Spiritualità ha una triplice finalità:
a) favorire un’esperienza ed una conoscenza approfondita e sistematica della vita spirituale;
b) assicurare un tempo adeguato di riflessione in vista di un’assimilazione convinta delle esigenze
oggettive della vocazione missionaria e presbiterale e della propria situazione interiore di fronte alla
chiamata divina ed ecclesiale;
c) attivare un’iniziazione alla vita e allo spirito dell’Istituto, in vista dell’inserimento in esso.
Per questa ragione tutti i contenuti del Periodo di Spiritualità saranno orientati ad approfondire tematiche e valori che sono tipici di ogni forma di consacrazione (Povertà, Castità, Obbedienza), aspetti relativi alla vita sacerdotale (il sacerdozio in quanto tale), dimensioni specifiche della vocazione missionaria così come accolte in forma carismatica dal Pime (Ad Gentes, Ad Extra, Ad Vitam, Insieme). Ciascun tema sarà affrontato dal punto di vista della sua fondazione biblica, dalla prospettiva specifica dell’Istituto così come recepito nelle Costituzioni e nella vita delle missioni, secondo il punto di vista della Tradizione della Chiesa e attraverso una lettura psicologica di alcuni aspetti specifici. Si ritiene che questo schema quadripartito possa essere un metodo di approccio a tutta la vita consacrata che il candidato può assumere una volta avviato in modo formale alla formazione in vista dell’incorporazione al Pime attraverso la Promessa Iniziale, con cui si conclude il Periodo di Spiritualità, e dell’ordinazione sacerdotale.
Lo studio e la lettura della Sacra Scrittura costituiscono la struttura portante di tutto l’anno, mentre l’introduzione ai fondamenti della Teologia Spirituale consegna un andamento sistematico a tutto il periodo, permettendo di visitare i contenuti della vita spirituale in genere secondo diverse tradizioni e spiritualità.
Il candidato dovrà confrontarsi costantemente e con buona frequenza con la propria guida spirituale su ciascuno dei temi suddetti, che costituiscono il nucleo del discernimento di tutto il Periodo di Spiritualità, e cioè discernere se il candidato si senta effettivamente chiamato a:
-La vita consacrata
-La vita presbiterale
-La vita missionaria
-L’appartenenza al Pime
Un prolungato tempo personale di solitudine per la preghiera e riflessione personale e l’esperienza caritativa sono gli strumenti privilegiati che vengono proposti al candidato come forma di auto-educazione ad una vita spirituale stabile e autonoma che possa sostenerlo nel percorso successivo della Teologia e nella vita sacerdotale.
Per stabilità e autonomia nella vita spirituale si intende la capacità del candidato di mantenere fede ad un programma personale di preghiera e di meditazione quotidiane, indipendentemente dalla supervisione della propria guida spirituale e dei formatori, così da mantenersi in un costante stato di interiorizzazione delle intuizioni che lo Spirito dona attraverso le sfide della vita quotidiana.
PRIMO ANNO TEOLOGICO
“Il momento centrale del primo anno teologico è indubbiamente il conferimento del Lettorato, primo passo decisivo verso il presbiterato missionario. Questo ministero evidenzia la centralità della Parola di Dio nella vita del missionario e la conseguente necessità di vivere in una perenne attitudine di ascolto, come Maria. L’alunno dovrà perciò acquisire sempre più familiarità con la Parola di Dio e interiorizzarsi con essa. Si raccomandano momenti prolungati di meditazione personale, sperimentando la Parola di Dio come Presenza di Dio e di Gesù Cristo che in essa parla alle sue membra nell’oggi della Chiesa e del mondo e l’accoglierà come norma di fede e di vita”.
“La meditazione quotidiana della Parola correggerà progressivamente l’inclinazione naturale del giovane ad ispirare i propri giudizi e le proprie scelte a criteri solo umani, permettendo l’irruzione della novità dello Spirito nella sua vita, e la scoperta dei segni della volontà di Dio e degli impulsi della grazia nelle vicende della propria vita”.
Si richiede che, a questo punto del suo cammino, il candidato abbia assunto il metodo della Lectio Divina come pratica stabile del proprio percorso spirituale e sia pronto a presentare i contenuti della Parola di Dio nei luoghi dove svolge le proprie attività di apostolato o caritativa, sia in contesti catechetici che di condivisione informale.
SECONDO ANNO TEOLOGICO
“Questo anno è caratterizzato dal Ministero dell’Accolitato. Il centro di interesse è il mistero dell’Eucaristia, che è il culmine e la fonte della salvezza. Il candidato vive il suo cammino verso il sacerdozio e la missione tra i momenti liturgici e i momenti concreti del suo quotidiano (il Cristo dell’altare e il Cristo vivente nell'uomo)”.
Si richiede che, a questo punto del suo cammino, il candidato abbia assunto la preghiera di adorazione come pratica stabile del proprio percorso spirituale e sia capace di prendere iniziative conformi al proprio ministero e vocazione (es.: visita agli ammalati e agli anziani, capacità di dialogo con coloro che non vivono un percorso stabile di fede e con persone di altre fedi...).
TERZO ANNO TEOLOGICO
“È l’anno della verifica finale della maturità di fede, della sensibilità pastorale, presbiterale e missionaria, in vista delle decisioni importanti ormai prossime (il diaconato). In questa fase dell’itinerario formativo si richiede la definitività della missione: qualora sorgessero dei dubbi su di essa o il candidato fosse perplesso, con estrema chiarezza e senza titubanza, si prolungherà il cammino di formazione”. “Sarà compito dei formatori, e specialmente della guida spirituale, presentare chiaramente le esigenze che scaturiscono
dall'Ordine del Presbiterato, quali il celibato a vita e la donazione totale al Corpo di Cristo che è la Chiesa, nella quale e secondo la quale esercitare il proprio ministero di pastori ed evangelizzatori”. “Così anche è necessario che i candidati alla Promessa definitiva siano resi coscienti che essi si impegnano a fare l’attività evangelizzatrice non come navigatori solitari, ma tramite l’Istituto, sotto l’obbedienza all’autorità costituita, nel retaggio storico e culturale dell’Istituto, per tutta la vita”. Si richiede che, a questo punto del suo cammino, il candidato abbia assunto una buona serenità nell’accoglienza della vita celibataria, una buona maturità spirituale e psicologica nel sapere gestire la propria solitudine come occasione per prendersi cura della propria vita interiore, sia a livello spirituale che intellettuale. Ci si aspetta, inoltre, una disposizione affettiva positiva nei confronti dell’Istituto di cui sarà presto membro attivo, ben orientato verso la missione e disposto ad assumersi incarichi di responsabilità in comunione con i propri confratelli. La capacità di prendere iniziative nell’ambito di apostolato (es.: attenzione verso categorie emarginate, come anziani, ammalati, “lontani”, immigrati presenti sul territorio) e di mantenere con fedeltà incarichi di responsabilità, sia in seminario (incarichi comunitari) che nella parrocchia di apostolato (catechesi e altre attività di vario genere) saranno anch’esse considerate come segni positivi in vista del discernimento finale verso la consacrazione definitiva.
QUARTO ANNO TEOLOGICO
“È l’anno della Promessa definitiva, del Diaconato e del Presbiterato, in cui tutto il cammino formativo giunge al termine. Tutta la formazione spirituale è incentrata sulla imitazione di Cristo servo e di Cristo sacerdote ed evangelizzatore, al quale il candidato è configurato tramite il Diaconato e il Presbiterato. Il candidato dovrebbe giungere alla contemplazione di Cristo nello sforzo di diventare un altro Cristo”.
“Lo studio della teologia dell’Ordine, la formazione spirituale e lo stesso impegno pastorale devono convergere nel presentare e far vivere quelle istanze profonde che nascono dalla realtà sacramentale che viene conferita per grazia di Dio.
Devono esplicitare altresì la definitività assoluta della scelta o risposta alla grazia di Dio, che viene conferita attraverso l’invocazione dello Spirito e l’imposizione delle mani”.
Il candidato viene accolto nella comunità del Pime come un confratello e come parte attiva della comunità dei Missionari del Pime già residenti in seminario. Si richiede pertanto da parte loro un contributo significativo nella condivisione delle responsabilità formative attraverso la cura di un gruppo di vita, la capacità di condurre i membri del proprio gruppo ad una riflessione teologica centrata sui 4 pilastri del carisma dell’Istituto e fondata sui principi proposti dal Magistero ecclesiale, un impegno nell’amministrazione concreta del seminario, quest’ultimo in collaborazione con il vice-rettore del seminario.
Tutto questo avverrà attraverso il confronto periodico e costante con tutti i superiori del seminario, in particolare il rettore, che accompagnerà i candidati e ne valuterà la capacità di collaborazione e di fedeltà alle proprie responsabilità.