Seminario Teologico Internazionale PIME
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Promessa Definitiva 2020

29/9/2020

 
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​Nello scorso fine settimana il Pime ha vissuto la gioia di accogliere ufficialmente come propri membri sette seminaristi che hanno compiuto la loro promessa definitiva di appartenenza all’istituto. È avvenuto venerdì 25 settembre a Milano nella chiesa di San Francesco Saverio, la chiesa della Casa madre del Pime in via Monte Rosa. La promessa nelle mani del superiore generale dell’istituto padre Ferruccio Brambillasca è avvenuta alla vigilia dell’ordinazione diaconale, che i sette seminaristi hanno ricevuto dall’arcivescovo Mario Delpini nel duomo di Milano sabato 26 settembre, insieme ai nuovi diaconi della Chiesa ambrosiana.
I sette nuovi membri del Pime provengono dal Seminario internazionale di Monza, dove stanno completando la loro formazione teologica. Si tratta di Santhosh Somireddypalli (India), Gregorio Ba Oo (Myanmar), San Li Brang (Myanmar), Eder De Souza Gomes Cordeiro (Brasile), Dominic Richard Dafader (Bangladesh), Bhaskar Narisetty (India), Jean-Jacques Folly (Costa D’Avorio).
 
Rivolgendosi a loro durante l’omelia della celebrazione eucaristica durante la quale è avvenuto il rito della promessa padre Brambillasca ha invitato tutti a riconoscere in questi sette giovani «un dono grande per le loro famiglie, per le loro Chiese d’origine e per il Pime». Per le loro famiglie, innanzi tutto, si tratta di «un dono grande, inaspettato – ha commentato il superiore generale del Pime -, che manifesta l’amore di Dio per quella famiglia che forse mai aveva pensato di avere come dono un figlio missionario. In modo particolare oggi, dove, per diversi motivi, la nostra società non sembra aiutare questa apertura della famiglia ad una vocazione missionaria, sentiamo l’importanza e il valore di questo dono che apre una famiglia all’universalità, la sola capace di vincere ogni egoismo, chiusura e discriminazione».
Ma i nuovi missionari sono un dono anche per le rispettive Chiese d’origine: «La nostra vocazione missionaria non nasce per caso, per puro accidente, come segno del destino – ha detto ancora padre Barambillasca -, ma nasce dentro una profonda esperienza di fede vissuta in in una Chiesa locale. Per questa comunità, la vocazione missionaria è un dono perché le ricorda di non pensare solo a se stessa e ai propri problemi; è un dono perché le ricorda che tutte le Chiese, anche quelle ancora giovani, devono aprirsi alla missione ad extra e ad gentes; è un dono perché, soprattutto per le Chiese di antica cristianità, la vocazione missionaria ringiovanisce, rinvigorisce e rinsalda la propria fede».
Ma è soprattutto sul significato di questo dono per il Pime che il superiore generale ha invitato a concentrare l’attenzione. Questi giovani missionari «non sono un dono perché aumentano il numero dei membri dell’istituto – ha commentato – o perché i superiori delle nostre Circoscrizioni hanno la speranza che qualcuno sarà destinato alla propria Circoscrizione. Non sono nemmeno un dono perché qualcuno di questi giovani potrà sostituire qualcuno dei nostri confratelli in attesa di partenza o qualcuno che ha il desiderio di cambiare luogo… Sono un dono per un motivo ben più profondo. Così mi scrive un confratello: “In genere noi tutti sacerdoti (a ragione, evidentemente) celebriamo l’anniversario dell’ordinazione sacerdotale, ma io penso sempre all’anniversario della mia promessa definitiva, come l’atto della mia consacrazione al Signore. È lì che ho chiesto alla Chiesa il mio desiderio di legarmi a vita, fino alla morte, al Signore Gesù”».
«L’istituto non ha bisogno di numeri – ha proseguito padre Brambillasca -, non ha bisogno di “coprire buchi” lasciati aperti da altri, non ha bisogno di missionari tanto per avere qualche missionario in più, non ha bisogno di rispondere a tutte le necessità che lo interpellano, non ha bisogno di continuare solo per il desiderio di continuare e non cambiare, non ha paura di morire per mancanza di vocazioni… Conosciamo bene il rischio di affondare in una vita insipida e spenta, senza vera consacrazione e amore per Dio. Accade quando non comunico amore a chi mi incontra, non sono generoso di me, non so voler bene a Dio e agli altri. Il valore della consacrazione a Dio ci ricorda che non siamo chiamati anzitutto a far del bene, a fare i missionari, ma a voler bene, ad essere missionari con tutta la nostra vita di consacrati».
Il Pime – ha cocluso il superiore generale – «non ha bisogno di persone che vogliono fare i missionari, ma di persone che vogliono essere missionari, persone che si consacrano al Signore per tutta la vita, fino alla morte; poi tutto il resto verrà di conseguenza, come la missione, l’istituto, la Chiesa locale, l’obbedienza, la povertà, le vocazioni… Oggi, più che mai, in un tempo dove la consacrazione al Signore sembra venire meno oppure è sublimata da tante altre idee o concetti, noi, confratelli del Pime, davanti a questi sette giovani che tra poco faranno la loro promessa definitiva al Pime, dobbiamo sentire ancora più forte questa chiamata alla consacrazione che si gioca quotidianamente nella missione che l’istituto ci ha affidato».

fonte: www.mondoemissione.it/pime-news/promessa-definitiva-per-sette-nuovi-missionari-del-pime

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI MISSIONARIE

29/9/2020

 
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Carissima/o,
mai come oggi sentiamo vere ed attuali, le parole di Gesù che invitò i suoi discepoli a pregare: 
“Pregate dunque il Signore  della messe, perché mandi operai nella sua messe !” (Mt 9,38)

Le missioni hanno tanti bisogni, ma la necessità più urgente sono le vocazioni missionarie. Diminuiscono giovani uomini e donne che, accettando l’invito di Gesù, lasciano il proprio
paese, gli affetti più belli, per consacrarsi totalmente e per tutta la vita al lavoro missionario.
La nostra proposta è prendere sul serio l’invito di Gesù, ed impegnarci a pregare per le vocazioni missionarie. Sentiamo che la grazia di numerose e sante vocazioni missionarie chiede a noi una preghiera corale.
“Se due di voi,. sulla terra, si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19-20).
 
Unisciti a noi.
  
COSA COMPORTA 
Ti chiediamo di pregare con noi, di unirti spiritualmente, da solo o con il tuo gruppo nella preghiera comune.
 
QUANDO 
Il venerdì dalle 20:30 in comunione con il momento di adorazione del seminario reciteremo, ovunque vi troviate, la preghiera che ti invieremo.


DAI LA TUA DISPONIBILITÀ 
email: pimemonza@pime.org - tel : 039 389518

PREGHIERA PER LE VOCAZIONI MISSIONARIE
Ottobre 2020

Dal Vangelo secondo Marco (3,13-15)
Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici - che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni.
Preghiera
Signore Gesù,
tu hai chiamato gli apostoli a stare con te,
a vivere di te,
per poi mandarli in tutto il mondo,
segni della tua presenza,
voce della tua Parola,
strumenti di guarigione e di vita nuova.
 
Continua,
ti preghiamo,
a chiamare nuovi apostoli
e missionari del tuo Regno.
 
Come le folle di Galilea,
stremate nel corpo e nello spirito,
ti si accalcavano intorno,
così anche oggi,
è immensa la fame di te,
Pane di Vita.
 
Dona alla tua Chiesa
missionari e missionarie
che portino il Vangelo
in ogni angolo del mondo,
che facciano conoscere il tuo volto
ad ogni uomo che ti cerca,
che estendano la tua forza sanante
su ogni sofferenza e oppressione.
 
Rafforza nei giovani,
che già hanno accolto la tua chiamata,
il desiderio di seguire solo te
e di servire con tutto se stessi
la Missione che hai affidato al nostro Istituto. 
Amen.

PAROLA UMANA E PAROLA DI DIO NELLA NOSTRA VITA

6/9/2020

 
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Il tema scelto, e che ci accompagnerà nell’anno seminaristico 2020-21, è quello della parola. Sarà illustrato, nei suoi vari aspetti: umani, spirituali e biblici da relatori preparati e di ricca esperienza. Questa nostra introduzione è solo un piccolo passo, un invito, se vogliamo, per aprire la porta sul mondo sconfinato e affascinante della parola.
La parola, secondo Romano Guardini, è prima di tutto umana, e come l’uomo ha un cuore: un palpito dell’anima che le fa esistere. La parola è l’uomo stesso. La parola è più di una semplice comunicazione: è potenza, è vita. Il premio Nobel per la letteratura, Elias Canetti, nel suo libro La coscienza della parola afferma: “Se fossi davvero uno scrittore, dovrei essere capace di impedire la guerra”. E continua: “Alla situazione che ha poi reso davvero la guerra inevitabile si è arrivati per mezzo di parole, parole solo usate a sproposito”. Il nostro autore ci fa capire quale sia la responsabilità che abbiamo nei confronti della parola e quale sia il suo potere. La Scrittura, da parte sua, ci ammonisce: “Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione” (Gc 3,10). E ancora: “Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Ef 4,29). Da qui l’impegno di rimanere fedeli alla parola data agli altri, a sé stessi, per lealtà, per dovere e ancor più, per obbedienza alla Parola.
Il vangelo non è un libro fra i libri. Non è una parola tra le parole di uomo: è la Parola del Verbo di Dio, è il Verbo di Dio fatto vita umana da contemplare e da raccontare. Il Vangelo vuole entrare in noi per trasformarci. Le sue parole, che non sono idee, sono propizie per coloro che vogliono obbedire. Chiedono un’anima che adora, un cuore spoglio, un affidamento assoluto. Sono accolte da coloro che sanno inginocchiarsi, coscienti d’essere peccatori. Le parole del Vangelo sono semplici e intransigenti, allo stesso tempo, e davanti a esse è solo possibile il “si si” che porta alla vita. I forse, i ma, le giustificazioni, ossia il negare la Parola, ci condurranno su sentieri di morte. Lasciamo cadere le parole che non passano, quelle del Vangelo, nel nostro cuore e chiediamo al Signore il coraggio di lasciarle agire in noi affinché ci plasmino. E allora, ed è ciò che desideriamo, saremo pronti per comunicarle, annunciarle agli altri. Teniamo stretto al cuore anche una sola parola del piccolo immenso libro che è il Vangelo. Il vangelo è il libro della vita del Signore. È fatto per diventare il libro della nostra vita. Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua cosa sulla roccia (Mt 7,24).
La parola dell’uomo è rivelazione della propria intimità, che sgombrata dalle possibili contaminazioni, fa intravedere barlumi di verità. La Parola di Dio, che va ben oltre la parola umana, farà esclamare a Agostino: “Straordinaria è la profondità delle tue parole, o mio Dio. Esse alla superficie ci attirano come fanciulli, ma straordinaria ne è la profondità. A tentarne lo sguardo fa venire i brividi: brividi di venerazione e tremiti d’amore”.
                                                                                                                                                                                                                     I formatori

ORDINAZIONE DIACONALE 2020

6/9/2020

 

Il sabato 26 settembre 2020 alle ore 09:00, presso il Duomo di Milano, Monsignor Mario DELPINI, arcivescovo di Milano, ordinerà diaconi sette seminaristi del PIME insieme al gruppo dei candidati per l’arcidiocesi di Milano. I nomi dei diaconandi  sono:

Santhosh SOMIREDDYPALLI, India
Gregorio BA OO, Myanmar
San Li BRANG, Myanmar
Eder DE SOUZA GOMES CORDEIRO, Brasile
Dominic Richard DAFADER, Bangladesh
Bhaskar NARISETTY, India
Jean-Jacques FOLLY, Costa D'Avorio


Il motto scelto da loro per questa ordinazione è:
“Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5)

La nostra preghiera li accompagna affinché diventino con la grazia dello Spirito Santo, Diaconi e poi Sacerdoti dedicati alla missione per l’annuncio del Vangelo.

La messa verrà trasmessa in diretta su : https://www.chiesadimilano.it/diretta-1
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