
Prima di tutto, P. Vitali ha spiegato la situazione di povertà in cui vive la gente della sua missione: povertà di vita, povertà di salute, povertà di strutture, povertà d’istituzione e povertà spirituale. Tuttavia, l’interesse dei giovani alla conoscenza di Gesù, l’aumento dei cristiani (circa 200 battesimi quest’anno nella sua parrocchia), e soprattutto la dinamicità delle comunità fanno di loro una chiesa viva.
In mezzo a queste situazioni, il missionario è dunque chiamato a portare i grandi valori per arricchirle. Il primo e il più importante è l’Evangelizzazione cioè parlare di Gesù e testimoniare il suo amore anche ai non cristiani. Peró Cristo non ha soltanto predicato il regno di Dio ma ha anche dato da mangiare, guarito e curato le persone che incontrava. P. Vitali ha, quindi, trovato utile e necessario integrare come secondo elemento dlla sua missione le opere sociale: costruzione del dispensario e scuola, creazione della Caritas e creazione di un seminario diocesano che oggi conta più di 30 preti locali e 2 vescovi.
P. Francesco Rapacioli, rettore del seminario, colpito della testimonianza conclude l’incontro dicendo che P. Vitali non è “ lontano” dalle grandi figure dell’istituto che sono San Alberico, Paolo Manna, Angelo Ramazzotti e i loro compagni. Questa testimonianza è stata uno stimolo per tutti i seminaristi e per tutti i padrini e madrine del PIME che l’hanno ascoltato con un grande interesse.
- Patience Kalkama