14 Febbraio 2016 - Domenica pomeriggio di metà Febbraio. Una pioggia battente cade dalle prime ore del mattino. Il sole coperto dalle nuvole sembra voler tramontare prima del solito. Ci sono tutti gli elementi per auspicare di rimanere chiusi in casa con un plaid sulle gambe, davanti alla televisione o ad un buon libro o, alla meglio, in compagnia di parenti e amici.
Invece, appena varcata la soglia della chiesa parrocchiale dei Ss. Mm. Vitale E Valeria a Pessano con Bornago, paese dell’hinterland milanese, un brulichio di persone in fermento mi investe. La chiesa è già piena, sta per cominciare la messa e l’aria umida profuma già di festa. Sette compagni di seminario durante la messa riceveranno il ministero dell’accolitato. Di che cosa si tratta? Accolito è colui che si cura in modo particolare del servizio all’altare durante le azioni liturgiche, specialmente nella Santa Messa. Può aiutare a distribuire la comunione come ministro straordinario e ha una particolare attenzione verso i deboli e gli ammalati. Comincia la celebrazione eucaristica, p. Gabriel Costa presiede. Se riavvolgessimo il nastro del tempo di ventun anni, giungendo al 1995, lo troveremmo nella stessa chiesa a ruoli invertiti. Lui giovane seminarista, insieme ad altri suoi compagni sta per ricevere il ministero dell’accolitato. Oggi è missionario del Pime in Costa D'Avorio e da tre anni membro della direzione generale del Pime. La storia ha sempre una divertente creatività nel progettare il suo corso degli eventi. Dopo l’omelia comincia il rito per il conferimento dell’accolitato. Bala, Luis, Mateus, Patience, Paul, Prashant e Subba Rao in piedi ascoltano le parole di p. Gabriel: sono chiamati a vivere in modo sempre più intenso il sacrificio del Signore, a formare un unico corpo partecipando con i fratelli all’unico pane, ad attuare il comandamento nuovo di Gesù: amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi. Viene poi il momento della preghiera di benedizione: tutta l’assemblea è unita in una preghiera di intercessione per questi sette giovani. Infine ad uno ad uno viene loro consegnato la patena con il pane per la celebrazione dell’Eucarestia e così la Chiesa accoglie dei nuovi accoliti. Finita la Messa continua la festa. La palestra dell’oratorio si riempie di amici, di giovani, di persone incuriosite dall’insolito movimento. Un tavolo imbandito si stende su tutto il lato lungo della sala, dietro un manipolo di giovani “affamati di vita buona”, come recita la scritta sulla maglietta che indossano, servono pietanze sotto le direttive di mamme esperte. I freschi accoliti si godono l’affetto degli amici. Il sole ormai è tramontato per davvero, è tempo di danze. P. Jaime, vicerettore del seminario, appena rientrato dal Brasile, incurante dei postumi del viaggio intercontinentale, inonda la palestra di ritmi sudamericani. Viene seguito da una serie di coreografie indiane degne di Bollywood. Ci si ritrova a ballare nel vestito buono della domenica e anche chi non balla scandisce il tempo con il battito di mano. Un piccolo grande passaggio sulla strada per la verifica di una chiamata al sacerdozio missionario di sette giovani è divenuto occasione e motivo di gioia. La felicità si allarga come cerchi concentrici da Subba Rao, Bala, Paul, Mateus, Luis, Patience e Prashant alle loro famiglie, al seminario, alla comunità di Pessano con Bornago che con generosità ha aperto le porte per ospitare e preparare questo giorno, alle comunità in cui sono accolti il fine settimana, alle loro comunità di origine sparse ai quattro angoli della terra. Senza accorgercene in modo semplice, ma concreto, in un pomeriggio di pioggia di Febbraio, ci troviamo parte di una Chiesa stretta in un abbraccio grande come il mondo.
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