Il tema scelto, e che ci accompagnerà nell’anno seminaristico 2020-21, è quello della parola. Sarà illustrato, nei suoi vari aspetti: umani, spirituali e biblici da relatori preparati e di ricca esperienza. Questa nostra introduzione è solo un piccolo passo, un invito, se vogliamo, per aprire la porta sul mondo sconfinato e affascinante della parola.
La parola, secondo Romano Guardini, è prima di tutto umana, e come l’uomo ha un cuore: un palpito dell’anima che le fa esistere. La parola è l’uomo stesso. La parola è più di una semplice comunicazione: è potenza, è vita. Il premio Nobel per la letteratura, Elias Canetti, nel suo libro La coscienza della parola afferma: “Se fossi davvero uno scrittore, dovrei essere capace di impedire la guerra”. E continua: “Alla situazione che ha poi reso davvero la guerra inevitabile si è arrivati per mezzo di parole, parole solo usate a sproposito”. Il nostro autore ci fa capire quale sia la responsabilità che abbiamo nei confronti della parola e quale sia il suo potere. La Scrittura, da parte sua, ci ammonisce: “Dalla stessa bocca escono benedizione e maledizione” (Gc 3,10). E ancora: “Nessuna parola cattiva esca dalla vostra bocca, ma piuttosto parole buone che possano servire per un’opportuna edificazione, giovando a quelli che ascoltano” (Ef 4,29). Da qui l’impegno di rimanere fedeli alla parola data agli altri, a sé stessi, per lealtà, per dovere e ancor più, per obbedienza alla Parola. Il vangelo non è un libro fra i libri. Non è una parola tra le parole di uomo: è la Parola del Verbo di Dio, è il Verbo di Dio fatto vita umana da contemplare e da raccontare. Il Vangelo vuole entrare in noi per trasformarci. Le sue parole, che non sono idee, sono propizie per coloro che vogliono obbedire. Chiedono un’anima che adora, un cuore spoglio, un affidamento assoluto. Sono accolte da coloro che sanno inginocchiarsi, coscienti d’essere peccatori. Le parole del Vangelo sono semplici e intransigenti, allo stesso tempo, e davanti a esse è solo possibile il “si si” che porta alla vita. I forse, i ma, le giustificazioni, ossia il negare la Parola, ci condurranno su sentieri di morte. Lasciamo cadere le parole che non passano, quelle del Vangelo, nel nostro cuore e chiediamo al Signore il coraggio di lasciarle agire in noi affinché ci plasmino. E allora, ed è ciò che desideriamo, saremo pronti per comunicarle, annunciarle agli altri. Teniamo stretto al cuore anche una sola parola del piccolo immenso libro che è il Vangelo. Il vangelo è il libro della vita del Signore. È fatto per diventare il libro della nostra vita. Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio che ha costruito la sua cosa sulla roccia (Mt 7,24). La parola dell’uomo è rivelazione della propria intimità, che sgombrata dalle possibili contaminazioni, fa intravedere barlumi di verità. La Parola di Dio, che va ben oltre la parola umana, farà esclamare a Agostino: “Straordinaria è la profondità delle tue parole, o mio Dio. Esse alla superficie ci attirano come fanciulli, ma straordinaria ne è la profondità. A tentarne lo sguardo fa venire i brividi: brividi di venerazione e tremiti d’amore”. I formatori |
Details
Archivi
Gennaio 2023
|