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È proprio vero che Dio è onnipotente?

3/9/2017

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"Dio può fare tutto quello che vuole, perché permette che avvengano certe cose?"
       Sono le 16,45 del 17 agosto 2017 quando seduto sul balcone di casa osservando le verdi querce di Monte Sole[1] apprendo la notizia che a Barcellona un uomo su un furgone ha travolto guidando per 600 mt sulla Rambla le persone che passeggiavano.
          È l’ennesimo attacco terroristico di matrice jihadista. Ancora memoria di «stermini e di paure»[2], e ancora una volta le parole di mio padre che da antico credente rivolge a Dio subito il suo pensiero: «Dio può fare tutto quello che vuole, perché permette che avvengano certe cose?... Lui che può fare tutto… perché fa nascere quella persona…? Perché non interviene?»
       Segue delusione e disorientamento (di entrambi) per il contrasto tra ciò che ci si aspetta e si spera da Dio e ciò che si vede realizzato: «Ma è proprio vero che Dio è onnipotente?», perché questo male sembra sovrastarci, quasi un incubo…
          Alcuni pensano che l’unica risposta a questo male insopportabile sia far violenza al male stesso, opporglisi, combatterlo e sconfiggerlo. Credo che ognuno di noi, in parte o in modo totale, porta in sé il desiderio di dimostrare la propria potenza di fronte al male e sono proprio nei momenti come questi che proiettiamo su Dio il nostro desiderio di onnipotenza; ma l’alternativa all’onnipotenza è l’amore, e Dio è amore.
          Anche i discepoli avevano l’idea di un Messia potente, che compie miracoli, risolve le situazioni umane e dà una risposta alle domande degli uomini. Quando viene loro presentato il vero volto di Dio, non lo sanno riconoscere né accettare.
Perché Dio è amore? Perché rifiuta ogni violenza, anche la violenza giustificata, anche la violenza che mette le cose in ordine. Dio non è per l’ordine, Dio è per l’amore.
           È Satana che nelle tentazioni dice a Gesù: «dì che quelle pietre diventino pane»cioè: metti la tua potenza a risolvere i problemi. Ed erano i capi dei sacerdoti che dicevano: «se sei il Figlio di Dio scendi dalla croce e ti crederemo», e Gesù non scende, perché l’amore è questo; posso fare tutto ma non lo faccio, potrei scendere dalla croce, ma non scendo, e dopo la resurrezione non si è imposto ai nemici con la sua forza, ma solo si è incontrato con gli amici, come una persona da amare.
          Gesù non si è mai imposto con la violenza né con la potenza; ha sempre cercato di nascondere i miracoli, a chi ne parlava, chiedeva addirittura il silenzio. Non è neanche venuto a risolvere i problemi del mondo, non ha mai detto di fare questo; è venuto a stare insieme a quelli che hanno problemi non per risolverli, ma per starci accanto. Tutto qui? Tutto qui. Valeva la pena? Per noi l’importante è risolvere i problemi, che si ami o non si ami non importa, per Dio è il rovescio. Dio non risolve i problemi, sta accanto solamente.
       Gesù è il fondamento della speranza e lo è diventato con la sua passione morte e resurrezione grazie alla quale io posso continuare a sperare, non ha tolto la morte o il dolore ma ha portato la speranza nella morte e nel dolore; cioè non ha tolto la durezza della vita, ha tolto la fatalità; non è più un caso la vita, la mia vita, la nostra vita, ma è una realtà in cui posso sperare, in cui posso continuare.
          Credo che la risposta a questo male non si realizzi nell’idea di un Cristo sovrano, forte e vendicativo che opprime col rimorso e col terrore le coscienze di chi gli resiste, ma vivendo lo stile di Cristo, lo stile eucaristico, presentando la proposta d’amore di uno che resta nascosto e silenzioso, pur di non disturbarti che non risponde al male con il male ma che lo prende su di se in silenzio per non umiliarti che accetta di essere tradito e ucciso purché chi lo tradisce e lo uccide possa capire l’amore. Questa è la “potenza” di Dio. Sono i grandi della terra che commisurano la propria potenza dal numero di morti che le loro armi hanno fatto, ma la “potenza” di Dio non fa mai pesare i morti sulle spalle dei suoi uccisori: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno» (Luca 23,34)
È un altro mondo!? Sì, è il mondo dell’amore.


______________________
[1] Marzabotto (Bo)
[2] Luciano Gherardi – Le querce di Monte Sole
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Mauro Pazzi          
                                                                                                                      
Seminarista della 3° Teologia
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