![]() Sono le quattro del mattino quando comincio a sentire il flauto di p. Peo. Il corpo protesta, vuole rimanere ancora nel sacco a pelo, ma la melodia ci spinge fuori: meglio alzarsi che star lì a sentire il nostro padre un po’ stonato. Ci si alza comunque di buon umore, rinfrancati dalla porzione giornaliera di cereali che, donati al PIME, sono da finire, ma sembrano infiniti. Alle cinque si comincia a camminare sotto le stelle, distinguendo soltanto lo zaino del compagno davanti. Poco dopo si cominciano a vedere alcuni altri, fino ai 45 che compongono il gruppo, e così appare la lunga fila che serpeggia per le colline. Quando il capofila raggiunge la linea dell’orizzonte, ormai di un sottile blu brillante, si vede la croce che seguiamo. C'è un profondo silenzio attorno, le stelle spariscono mute, intanto tutto sembra vibrare, e il mio cuore vibra insieme. Difficile descrivere quello che sento, sembra un incontro inaspettato con qualcosa che profuma d’infinito. Come seminarista ho fatto tanti ritiri, ascoltato tante testimonianze, ma questi in alcuni momenti della vita non riescono a smuovermi, come se io andassi alla deriva in un mare di tante parole. Qui è diverso, si sente Dio nel silenzio, nella profondità del panorama. "Il giorno al giorno ne affida il messaggio, e la notte alla notte ne trasmette notizia. Non è linguaggio e non sono parole, di cui non si oda il suono” recita il salmo 18. Arriva il sole e proseguiamo con gioia, chiacchierando cantando, condividendo la vita, salutando qualche contadino sorpreso nel vedere un gruppo così grande. Alcuni fanno un inchino alla croce che passa, altri ci chiedono dove andiamo, altri ancora ridono delle mutande appese allo zaino di un pellegrino che non era riuscito ad asciugarle il giorno prima. Così abbiamo camminato lungo i 350 chilometri che separano Minucciano da Assisi, in grande parte per la via Francigena. La meditazione del Vangelo ci presentava la figura di San Pietro e con lui immaginavo la salita a Gerusalemme, l’aspettativa dell’arrivo mischiata alla paura di ciò che loro avrebbero trovato nella Città Santa. Abbiamo anche letto le parole di Annalena Tonelli, missionaria laica in Kenya e Somalia. E poi le testimonianze di eremiti, frati, monaci e monache che ci hanno ospitati sono state di profonda spiritualità. Insomma, il pellegrinaggio si è rivelato una sorprendente esperienza di Dio, in diverse manifestazioni: nella bellezza dell’orizzonte, nella ricchezza dei carismi della Chiesa e nella profondità del cuore dell’altro con cui si divideva il cammino. Quello che un pellegrino desidera di più è arrivare alla meta, anche se noi la guardavamo con un po’ di tristezza, consapevoli che sarebbe coincisa con la fine del cammino e lo scioglimento del gruppo. In realtà il cammino continua, in quanto legati per quello che abbiamo vissuto. di Mateus Jansen Didonet (Studente dell'anno di Spiritualità, sua testimonianza dal pellegrinaggio estivo a piede da Minucciano ad Assisi)
Commenti
|
Details
Archivi
Maggio 2023
|