Il PIME ogni anno organizza delle iniziative a favore dei giovani, che vogliono dedicare un po’ di tempo della loro estate per fare una esperienza sociale e magari educativa nell’ottica di una crescita umana e soprattutto spirituale. Quest’anno a Catania dal 27 luglio al 02 Agosto, c’è stato un campo di impegno sociale, principalmente nel comune di Mascalucia. C’erano ragazzi provenienti da diverse province del Nord (Milano, Udine, Oleggio in provincia i Novara), purtroppo non c’era nessuno del Sud. Il tema era quello della giornata missionaria mondiale scelto del pontefice: “Dalla parte dei poveri”. E’ stata anche per me un’esperienza edificante, perché in primis la realtà del Sud (Sicilia: Catania) è un po’ diversa dal Nord. Il nostro lavoro è stato quello di prestare servizio in un quartiere della periferia di Catania, chiamato Librino, in cui ci sono dei “Palazzi di cemento” in stato di degrado, popolatissimi, luoghi che possiamo definire socio-culturalmente difficili. Il nostro inno, tratto da una canzone di Nesli “Allora ridi”, ci invitava a ridere e a vivere come vogliamo e al tempo stesso a muovere i fili di un domani che non abbiamo ancora. Il tema della povertà è stato affrontato sull’aspetto spirituale, materiale e culturale per capire meglio il nostro tema “Dalla parte dei poveri”: perché non saremo mai con i poveri se non lottiamo contro la povertà, combattendo anche contro un silenzio complice. Si inizia con il sorriso che come dice H. Bergson, in “Le rire”, ha una funzione sociale e ci aiuta nella “Polis”. Trascorrevamo il tempo in un centro chiamato “Talita kum” fondato dalla Signora Giulia, per aiutare i ragazzi di questo quartiere e permetter loro di avere uno spazio chiamato nel nord Italia: “Oratorio”. Il grande lavoro di questo centro era sostenuto anche dagli educatori che lavorano con ardore , zelo e coraggio con i bambini. Siamo stati colpiti da questo fatto. Padre Massimo Bolgan, in sinergia con il centro “Talita kum”, organizzava la giornata con al mattino la messa, poi un momento di riflessione e di condivisione e il pomeriggio lo passavamo con i ragazzi. All’inizio, lavorare con loro sembrava difficile, perché si notava in loro una tendenza verso la violenza fisica nell’agire, ma dopo un po’ abbiamo capito che sono come tutti i ragazzi e ci hanno insegnato molto, basta utilizzare rispetto e affetto, capendo che c’è un pezzo di strada che possiamo fare insieme e abbiamo in comune la sete per la giustizia, per il riscatto della dignità dell’uomo. Una lotta già iniziata da uomini come Don Pino Puglisi, a Brancaccio, prima di essere ucciso dalla mafia. Per il nostro gruppo è stata un’esperienza prima di tutto pedagogica. Ci ha mostrato la necessità di uscire per capire certe dinamiche: Uscire (senso geografico) e uscire da sé per poter conoscere l’altro e l’Altro negli altri. In tutte le nostre opere ci vogliono misericordia, fedeltà e tenerezza. Esse sono complementari, perché la fedeltà senza tenerezza è organizzazione sociale e la tenerezza senza il supporto della fedeltà, può correre il rischio di diventare sentimentalismo. Non può mancare la misericordia, che ci permette di vedere l’altro senza pregiudizi, ma con il desiderio di aiutarlo a crescere. La misericordia avremo anche la possibilità di scoprirla meglio in quest’anno santo del Giubileo, proclamato dal successore di San Pietro.
Commenti
|
Details
Archivi
Maggio 2023
|