Seminario Teologico Internazionale PIME
  • HOME
  • CHI SIAMO
    • CARISMA
    • MARTIRI DEL PIME
    • Martiri del PIME
    • CONTATTI
  • SEMINARIO
    • PADRINI E MADRINE
    • STORIA DEL SEMINARIO
    • PERCORSO FORMATIVO >
      • Percorso Formativo
    • GRUPPI DI CLASSE
    • STORIA VOCAZIONALE
    • RIFLESSIONI
  • COMUNITÀ
    • FORMATORI
    • GRUPPO DI LINGUA
    • SPIRITUALITÀ
    • I TEOLOGIA
    • II TEOLOGIA
    • III TEOLOGIA
    • IV TEOLOGIA
  • ISTITUTO TEOLOGICO
    • Storia della scuola
    • Docenti
    • Corsi
    • Orari
    • Eventi
  • MULTIMEDIA
    • Foto
    • VIDEO
  • NOTIZIE
  • ORA DELLA PAROLA
  • CONVEGNO TEOLOGICO
  • FESTA DELLA RICONOSCENZA
    • GIOCHI PER I BIMBI
  • STATISTICHE SEMINARISTI
  • Eventi

Dio non abita più qui?

19/12/2018

Commenti

 
Foto

"Dismissione dei luoghi di culto"

Foto
     È il titolo del convegno indetto da Papa Francesco nella Pontificia Università Gregoriana il 29-30 novembre 2018. In sintesi il Papa, per far fronte ai bisogni di prima necessità dei poveri, in particolare al problema della fame nel mondo, ha proposto di vendere le chiese quando non sono più necessarie. Egli sostiene che i luoghi di culto (Chiese) e i beni ecclesiastici, rientrano fra quelle «cose» (res) che sono (o sono state) segni e strumenti per il culto e per l’evangelizzazione; essi non sono di valore assoluto e in caso di necessità devono servire al maggior bene dell’essere umano e specialmente al servizio dei poveri: «La constatazione che molte chiese, fino a pochi anni fa necessarie, ora non lo sono più, per mancanza di fedeli e di clero, o per una diversa distribuzione della popolazione nelle città e nelle zone rurali, va accolta nella Chiesa non con ansia, ma come un segno dei tempi che ci invita a una riflessione e ci impone un adattamento».
          Non è la prima volta che Papa Francesco propone di vendere le chiese; nel 2013 all’incontro con i vertici della Caritas Internationalis affermava: «Dovremmo vendere le Chiese per sfamare i poveri»; e come emerge dall’attuale documento, il Papa non è neanche il primo a dare questa indicazione; San Lorenzo martire vendette tutte le suppellettili del culto e distribuì ai poveri il ricavato, prima di lui San Giovanni Crisostomo vescovo fece la stessa cosa. Quello del Pontefice dunque non è un delirio pauperista, ma l’applicazione pratica dell’amore cristiano che Gesù ci ha insegnato attraverso il Vangelo.
            Credo sia un’indicazione importante che sollecita anche noi a riflettere sulla nostra fede e sulla nostra capacità di leggere i segni dei tempi, soprattutto in questo tempo di avvento. Forse questo orientamento di Papa Francesco ci suggerisce che la fede non ha luoghi prestabiliti o luoghi sacri e che i luoghi di una vera fede sono i luoghi dove abita un’umanità ferita, affamata e abbandonata, e nella misura in cui saremo capaci di spezzare di più il pane con coloro che non ce l’hanno piuttosto che in tante chiese ormai diventate inutili, allora sentiremo la forza viva delle espressioni di Gesù.
         Se il tempo dell’avvento, è il tempo di attesa di uno che deve venire, potremmo chiederci che cosa aspettiamo, o chi aspettiamo; aspettare il Natale significa aspettare gli ultimi, nei quali Dio si è identificato e per questo forse non lo riconosciamo perché ci siamo costruiti un Dio a nostra immagine, secondo come l’avevamo “pensato” e che abita nelle nostre chiese, mentre Dio è colui che chiede aiuto, affamato, ferito o abbandonato, colui che è nato come bambino, perché tutti potessero aiutarlo, e si è fatto “niente” perché tutti potessero dargli qualcosa.
           San Paolo nella seconda lettera ai Corinzi dice: «Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà». Qui nasce l’amore: per arricchire gli altri non è necessario essere ricchi, cioè avere tanto da poterlo dare anche agli altri perché così sarebbe schiacciare gli altri. Se vuoi avere un rapporto, una comunicazione con l’altro devi diventare piccolo, povero.
           Dio viene ad abitare con noi, ma nasce nel silenzio. Nasce senza fare baccano. Nasce di nascosto… Scappa. Non ha preoccupazione di farsi una piazza, e quando arriverà qualcuno a costruirgli la piazza, scapperà, e rinascerà di nuovo, ricominciando da capo, nel silenzio. Abbandonando quel luogo dove si è fatto piazza, si è fatto 


​

                                                                                                                           


                                                                                                       
​                                                                                                                          Mauro Pazzi

                                                                                                                      
Seminarista della 3° Teologia

Commenti
comments powered by Disqus
    Immagine

    Archivi

    Gennaio 2023
    Dicembre 2022
    Novembre 2022
    Ottobre 2022
    Febbraio 2022
    Gennaio 2022
    Dicembre 2021
    Novembre 2021
    Ottobre 2021
    Settembre 2021
    Giugno 2021
    Maggio 2021
    Aprile 2021
    Marzo 2021
    Febbraio 2021
    Gennaio 2021
    Dicembre 2020
    Ottobre 2020
    Maggio 2020
    Aprile 2020
    Marzo 2020
    Maggio 2019
    Febbraio 2019
    Gennaio 2019
    Dicembre 2018
    Ottobre 2018
    Aprile 2018
    Gennaio 2018
    Novembre 2017
    Settembre 2017
    Febbraio 2017
    Gennaio 2017
    Dicembre 2016
    Ottobre 2016
    Marzo 2016
    Dicembre 2015
    Novembre 2015
    Ottobre 2015
    Settembre 2015
    Marzo 2015
    Febbraio 2015
    Dicembre 2014
    Novembre 2014
    Dicembre 2013
    Novembre 2013
    Ottobre 2013
    Settembre 2013
    Agosto 2013

Links utili

PONTIFICIO ISTITUTO MISSIONI ESTERE

Foto
Foto
Foto
Foto
Foto
Foto
Foto
Foto