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Adorazione Vocazionale Missionaria Novembre  2021

11/11/2021

 
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vocazione di San Matteo



                                                                              INTRODUZIONE
​
Convertirsi, secondo i profeti, significa cambiare direzione e rivolgersi al Signore, nella certezza che Egli ci ama e che il suo amore è sempre fedele. Quando Gesù chiama alla conversione non lo fa da giudice ma da amico, condividendo la nostra condizione umana. La conversione avviene con la sua presenza amabile, per coinvolgere ciascuno di noi nella sua storia di salvezza.

Soltanto Gesù tocca nel profondo del nostro cuore di modo che ci sentiamo attratti dall’amore di Dio e spinti a cambiare vita. Esattamente com’è successo a Matteo e a tante altre persone che hanno sentito l’amore di Gesù e, attraverso di Lui, l’amore dal Padre. E nello stesso modo che ha invitato Matteo a cambiare vita, Gesù adesso, presente qui con noi nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia, ci invita alla conversione. È Lui, con lo Spirito Santo, che semina in noi questa inquietudine per cambiare vita ed essere migliori, ad essere santi.

Seguiamo dunque questo invito del Signore e non poniamo resistenze, perché solo se ci apriamo alla sua misericordia, troveremo la vera vita e la vera gioia. Dobbiamo soltanto spalancare la porta del nostro cuore e lasciare che Lui faccia tutto il resto. Basta soltanto amarlo e lasciarsi amare da Lui.



Dal Vangelo secondo Luca (5,27-32)

Dopo questo Gesù uscì e vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!».
Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e di altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».



                                              Riflessione

La conversione di Matteo, detto Levi, è presente in tutti i vangeli sinottici. Per Luca si tratta di un pubblicano (Lc 5,27), per Marco del Figlio di Alfeo (Mc 2,14), ma Matteo stesso si autodefinisce semplicemente “uomo” (Mt 9,9). Dunque, dietro a questa chiamata, si nasconde quella di ogni uomo.

Infatti, alla fine del brano, Gesù afferma: “Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano”. Passando, Gesù fissa gli occhi in quelli di Matteo. È uno sguardo carico di amore, di perdono e di misericordia. E Levi si lascia trafiggere da quello sguardo. Esattamente come afferma il profeta Geremia: “Mi hai sedotto Signore, e io mi sono lasciato sedurre” (Gr 20,7).

Nasce un dialogo d’amore. Un dialogo fatto, prima di tutto, non di parole ma di sguardi. Anche la proposta di Gesù a seguirlo ha come risposta, non delle parole, ma una azione: “si alzò e lo seguì”.

L’incontro con Levi avviene subito dopo la guarigione di un paralitico. Il procedimento è lo stesso: un uomo si alza e ritrova dignità, coraggio e pace. Il passaggio di Gesù fa di Matteo un uomo che risorge, che si rialza da una condizione di morte interiore. Matteo, fiducioso, si mette alla sequela di Cristo. E non riesce a tenere questa gioia per sé, vuole condividerla con tutti i suoi amici, peccatori come lui, pubblicani, gente poco raccomandabile secondo l’opinione comune.

Gesù non solo accetta l’invito ad andare a casa di Matteo, ma trasforma quel momento in una occasione per rivelare il senso della sua venuta nel mondo: «Chiamare i peccatori». Egli rivolge a tutti noi quell’invito a seguirlo, a condividere con Lui la cena d’amore in cui chiama noi peccatori a conversione. Lo fa senza moralismi, senza disprezzo verso la nostra debolezza, ma chiedendoci di dilatare il nostro cuore per imparare ad accogliere i peccatori con la misura infinita del cuore di Dio. Levi non cambia soltanto di nome (in Matteo) ma cambia soprattutto vita e diventa capace di creare opportunità perché anche gli altri, incontrando con Gesù, possano cambiare vita.

Quante volte Gesù è passato nella mia vita? Me ne sono accorto? Quante volte mi ha chiamato? Ho risposto?

“Che dolce è stare davanti a un crocifisso, o in ginocchio davanti al Santissimo, e semplicemente essere davanti ai suoi occhi! Quanto bene ci fa che Egli torni a toccare la nostra esistenza e ci lanci a comunicare la sua nuova vita” (Evangelii Gaudium 264).


                                          Invocazioni

​Ad ogni invocazione rispondiamo: “Donaci Signore di riconoscere il tuo amore”.
- Aiutaci, Signore, a lasciarci trafiggere dal tuo sguardo d’amore e di misericordia.
- Alzaci della nostra condizione di morte e aiutaci a risorgere per una nuova vita.
- Chiamaci a partecipare del banchetto della vita e a condividere la gioia di figli di Dio.


                                                 Insieme
​

Signore Gesù, come un giorno hai chiamato Matteo, continua a far risuonare anche oggi nel nostro cuore, e nei cuori di tanti giovani, il tuo dolce invito: "Seguimi". Donaci la grazia di rispondere prontamente alla tua voce. Sostienici nelle nostre fatiche e dona perseveranza a tutti coloro che stanno realizzando un ideale di vita totalmente consacrato al tuo servizio. Risveglia nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità testimoni del tuo amore che si sentano chiamati alla tua missione di annunciare il Regno di Dio e invitare alla conversione. Manda, o Signore, operai nella tua messe e non permettere che l'umanità si perda per mancanza di persone votate alla causa del Vangelo. Maria, Madre della Chiesa, modello di ogni vocazione, aiutaci ad alzarci e a rispondere il nostro "Sì " alla chiamata del Signore.    Amen.

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