Seminario Teologico Internazionale PIME
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Pavan KUMAR

16/11/2018

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    Mi chiamo Pavan Kumar, lo stato da cui provengo si chiama Telangana, è nel sud dell’India. La mia parrocchia si chiama Bhimanapally ha 100 anni di storia e quasi 500 famiglie. I nostri primi parroci erano missionari del PIME. Padre Elia Casiraghi da Monticello Brianza ha lavorato nella mia parrocchia per quasi quaranta anni. Durante il suo ministero p. Elia ha seminato molto. I semi sono cresciuti e stanno dando frutti adesso: ci sono più di venti preti e tante suore. Tutti lo ricordano. Il nostro villaggio organizza tornei di cricket in suo nome e l’anno prossimo la nostra parrocchia celebrerà il giubileo dei cento anni. Maggior parte del nostro villaggio è composto di contadini che coltivano cotone.  Anch’io sono nato in una famiglia contadina e cattolica. Sono nato nel 1988 da papà Innayya e mamma Teresa. Ho un fratello maggiore e una sorella minore. Sono nato e cresciuto nel mio villaggio.
     Quando ero piccolo, non andavo alla messa con i miei ma preferivo stare con mia nonna e aiutarla perché lei mi dava zucchero e dolci se le davo una mano. Ero super attivo, camminavo senza sandali anche sulle spine, raccoglievo la colla dagli alberi, rubavo mais dai campi con i miei amici, uccidevo le rane e lucertole per divertimento fino quando mi sono fatto male a un dito. Tutto il mio villaggio mi conosceva perché dicevo tante parolacce, tutti i grandi avevano paura di parlare con me. Ma non sono mai stato a messa volentieri fino a sei anni. Un giorno quando avevo sei anni il mio parroco, mentre girava nel villaggio per chiamare i bambini al rosario, mi aveva visto. Mi ha chiesto di venire al rosario io gli risposi “se aiuto mia nonna, mi da lo zucchero e i dolci ma se vengo al rosario e alla messa cosa mi dai ?” lui ha risposto “ ti do delle caramelle”  gli ho risposto “ va bene, poi vengo “.
​      Quella sera andai quindi al rosario sperando che mi desse delle caramelle. Il mio parroco, però, non si presentò, e lo aspettai tanto che mi addormentai nella veranda della casa parrocchiale. I miei genitori non vedendomi tornare a casa, mi cercarono dappertutto e alla fine mi trovarono davanti alla chiesa addormentato.  Da quel giorno ho cominciato ad andare alla messa e al rosario. Ho cominciato a leggere le letture e fare il chierichetto. Penso che da quel giorno fosse nato il desiderio in me di essere vicino alla chiesa e diventare un prete.
     Ho frequentato la scuola elementare nel mio villaggio dalle suore di Maria Bambina, e la scuola media in un ostello diocesano. Quando frequentavo la scuola media, ho conosciuto tante congregazioni religiose. E’ stato in quel periodo che ho deciso di diventare prete ma senza mai pensare alla vita missionaria. Sono entrato in seminario quando avevo 16 anni e non sapevo quasi nulla delle implicazioni della vita missionaria. Ho imparato inglese e ho continuato i miei studi nel seminario. Durante questi anni sono cambiato e ho anche smesso di dire le parolacce!
      È durante gli anni di università che ho sentito che la vita missionaria è difficile ma bella per me. I missionari venivano dalle missioni e condividevano le loro esperienze con noi. Queste condivisioni mi hanno aiutato tanto a capire la realtà delle missioni e mi sono convinto che questa è la mia vocazione. Da sempre ho voluto una vita avventurosa.
     Dopo aver fatto l’università, ho studiato filosofia, un anno di esperienza con i ragazzi e un anno di spiritualità dopo di che sono arrivato in Italia. Durante gli anni di formazione ho avuto anche alcuni momenti di difficoltà ma una frase dal vangelo di Matteo mi ha sempre guidato e continua a guidare tutte le mie azioni: cioè “GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE”. Mi sono convinto che ho ricevuto la mia vita gratuitamente da Dio e devo condividere la mia vita con gli altri gratuitamente. Sono contento di aver fatto questa scelta di vita. Adesso mi sto preparando per la missione che mi sta aspettando.

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