“Dieu est amour et humour” cioè “Dio è amore e humour” soleva dire il defunto Cardinale ivoriano Bernard Agre. Ripensando oggi a tutta la mia vita, al cammino percorso fino adesso, mi rendo conto di come il Signore veramente ama in modo particolare ognuno di noi e soprattutto di come, da buon padre, scherza con noi ogni tanto. A proposito di scherzo, la mia vocazione inizia proprio con uno scherzo, o meglio, con una birichinata.
Da bambino andavamo a giocare a calcio sul campo della scuola cattolica. Questo campo era però attaccato alla casa del parroco, un padre italiano del PIME. Provate ad immaginare una quindicina di bambini esuberanti e urlando a squarciagola, che corrono dietro ad un pallone alle 3 di pomeriggio quando fa quasi 40 gradi. Povero parroco! Una volta però, non facendola più a sopportare questa situazione, esce ad urlarci dietro. Una cosa sola notavamo però: mentre urlava diventava tutto rosso. Un prete che cambia colore quando è arrabbiato, il paragone con l’incredibile Hulk è subito fatto. Spettacolo! Questo prete ha certamente dei super poteri. Ecco quindi che ogni giorno si andava a tirare dei sassi sul tetto della sua casa solo per il piacere di vederlo uscire, urlare e tale l’incredibile Hulk cambiare colore. Non verde ma rosso. Fantasia dei fanciulli! Che gioia per noi bambini!
Il povero prete mandò un giorno un seminarista a fare la spia per sapere chi fossero questi marmocchi. Egli individuo subito me, il capobanda. La domenica seguente, andai come ogni domenica a Messa con la mamma, dopo la Messa fui avvicinato appunto da quel seminarista che mi chiese di entrare a far parte del gruppo dei chierichetti, cosa che accettai subito. Capii più tardi però che tutto era stato combinato dal parroco proprio per tenermi sotto controllo e fare cessare le spedizioni di sassate sulla casa canonica. Iniziò così in un certo modo il mio cammino di avvicinamento alla chiesa ed ai sacerdoti del PIME presenti nella mia parrocchia. Con loro si andava nei villaggi per la Messa, si visitava i malati ed i prigionieri. Dopo la cresima, mi invitò P. Antoni Nunes a fare parte del gruppo vocazionale. Questo mi aiutò molto, perché si è vero che fin da quando iniziai a fare il chierichetto pensavo di diventare prete; per il la prima volta, andavo ad una ricerca sincera delle cause di questo desiderio. Quindi sentivo fortemente in me questo amore di Cristo per me che mi chiamava a sé in modo particolare ma non riuscivo bene a capire bene cosa fosse. Mi tornava spessissimo in mente però questa frase di Gesù: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” Gv 15,16. Mi chiedevo quindi, ma Signore vuoi scegliere proprio me, uno che andava a dare fastidio ai tuoi sacerdoti? Che frutto vuoi che porti?
Un giorno, il P. Marco Benatti che aveva in mano il gruppo dei chierichetti, ci portò in gita e ci fece fare un giro in un monastero, fui affascinato subito dalla vita di questi uomini, per cui all’inizio pensavo proprio di esser chiamato alla vita benedettina. Ho iniziato quindi a frequentare i monaci; è proprio frequentandoli che ho capito però che il Signore mi chaiamava ad uscire dalla mia terra, per portare il vangelo a quelli che ancora non lo conoscono; avevo allora 18 anni. Mi consigliò quindi il mio padre spirituale di allora, visto che ero molto giovane di proseguire il cammino di discernimento su questa “dimensione missionaria” della mia chiamata; nel frattempo mi sono iscritto all'università. Ma più passavano gli anni, più si faceva chiaro e pressante quest’appello del Signore a seguirlo nella vita missionaria. Così dopo aver finito l’università, sono stato accolto dal PIME per iniziare il cammino di discernimento e formazione alla vita missionaria. Dopo 7 anni di formazione, lo scorso 21 settembre 2014, con la promessa definitiva, il Signore mi ha consacrato come missionario del vangelo; e 6 giorni dopo mi ha fatto dono del diaconato. Con questo primo grado del sacramento dell’ordine, mi chiede di vivere la mia vocazione missionaria nella modalità dell’umile servizio, in modo da prepararmi adeguatamente a ricevere il sacerdozio che mi manderà nel mondo a cantare ad ogni uomo l’Amore e l’Humour di Dio.
Da bambino andavamo a giocare a calcio sul campo della scuola cattolica. Questo campo era però attaccato alla casa del parroco, un padre italiano del PIME. Provate ad immaginare una quindicina di bambini esuberanti e urlando a squarciagola, che corrono dietro ad un pallone alle 3 di pomeriggio quando fa quasi 40 gradi. Povero parroco! Una volta però, non facendola più a sopportare questa situazione, esce ad urlarci dietro. Una cosa sola notavamo però: mentre urlava diventava tutto rosso. Un prete che cambia colore quando è arrabbiato, il paragone con l’incredibile Hulk è subito fatto. Spettacolo! Questo prete ha certamente dei super poteri. Ecco quindi che ogni giorno si andava a tirare dei sassi sul tetto della sua casa solo per il piacere di vederlo uscire, urlare e tale l’incredibile Hulk cambiare colore. Non verde ma rosso. Fantasia dei fanciulli! Che gioia per noi bambini!
Il povero prete mandò un giorno un seminarista a fare la spia per sapere chi fossero questi marmocchi. Egli individuo subito me, il capobanda. La domenica seguente, andai come ogni domenica a Messa con la mamma, dopo la Messa fui avvicinato appunto da quel seminarista che mi chiese di entrare a far parte del gruppo dei chierichetti, cosa che accettai subito. Capii più tardi però che tutto era stato combinato dal parroco proprio per tenermi sotto controllo e fare cessare le spedizioni di sassate sulla casa canonica. Iniziò così in un certo modo il mio cammino di avvicinamento alla chiesa ed ai sacerdoti del PIME presenti nella mia parrocchia. Con loro si andava nei villaggi per la Messa, si visitava i malati ed i prigionieri. Dopo la cresima, mi invitò P. Antoni Nunes a fare parte del gruppo vocazionale. Questo mi aiutò molto, perché si è vero che fin da quando iniziai a fare il chierichetto pensavo di diventare prete; per il la prima volta, andavo ad una ricerca sincera delle cause di questo desiderio. Quindi sentivo fortemente in me questo amore di Cristo per me che mi chiamava a sé in modo particolare ma non riuscivo bene a capire bene cosa fosse. Mi tornava spessissimo in mente però questa frase di Gesù: “Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga” Gv 15,16. Mi chiedevo quindi, ma Signore vuoi scegliere proprio me, uno che andava a dare fastidio ai tuoi sacerdoti? Che frutto vuoi che porti?
Un giorno, il P. Marco Benatti che aveva in mano il gruppo dei chierichetti, ci portò in gita e ci fece fare un giro in un monastero, fui affascinato subito dalla vita di questi uomini, per cui all’inizio pensavo proprio di esser chiamato alla vita benedettina. Ho iniziato quindi a frequentare i monaci; è proprio frequentandoli che ho capito però che il Signore mi chaiamava ad uscire dalla mia terra, per portare il vangelo a quelli che ancora non lo conoscono; avevo allora 18 anni. Mi consigliò quindi il mio padre spirituale di allora, visto che ero molto giovane di proseguire il cammino di discernimento su questa “dimensione missionaria” della mia chiamata; nel frattempo mi sono iscritto all'università. Ma più passavano gli anni, più si faceva chiaro e pressante quest’appello del Signore a seguirlo nella vita missionaria. Così dopo aver finito l’università, sono stato accolto dal PIME per iniziare il cammino di discernimento e formazione alla vita missionaria. Dopo 7 anni di formazione, lo scorso 21 settembre 2014, con la promessa definitiva, il Signore mi ha consacrato come missionario del vangelo; e 6 giorni dopo mi ha fatto dono del diaconato. Con questo primo grado del sacramento dell’ordine, mi chiede di vivere la mia vocazione missionaria nella modalità dell’umile servizio, in modo da prepararmi adeguatamente a ricevere il sacerdozio che mi manderà nel mondo a cantare ad ogni uomo l’Amore e l’Humour di Dio.