La mia famiglia abita nel villaggio di Wangamarthy, Diocesi di Nalgonda, Telangana,India. I genitori si chiamano Raffael e Vittoria Rani. Questi genitori avevano quattro figli di cui due morti da piccoli a causa di una malattia. Adesso sono rimasti due figli. Il figlio maggiore si chiama Joseph, lui si è sposato con una ragazza di nome Anusha . I suoi vivevano una vita semplice e spirituale. I suoi erano il primo esempio della fede per lui e lo hanno fatto vedere il vero senso della fede, frequentavano la chiesa per la messa ogni mattina e i momenti di preghiera e rosario alla sera. Questo è un piccolo gesto per definire l’inizio della sua fede in Gesù. Anche sentì la storia di un missionario del PIME si chiamava Angelo Berlusconi che ha seminato la sua fede nel suo villaggio. Che ha stato per 28 anni e morì nel 1970 e sepolto nel suo villaggio in India. Nel suo villaggio solo 32 famiglie cristiani tutti gli altri sono religione: Hindu e Musulmani colpa di padre Angelo Berlusconi tra 32 famiglie sono diventati 6 preti e 8 suore. Ha frequentato la scuola elementare nel suo villaggio. E ha fatto la scuola media, in un Hostel , molto lontano da casa sua. Finita la scuola media, non sapeva cosa fare.
A quel punto ci fu una svolta. In quei giorni di confusione, suo nonno materno era malato. Quindi la sua famiglia si recò a trovarlo. Ad un certo punto il nonno chiamò i due fratelli e chiese loro di sedere uno a destra e l’altro alla sua sinistra e gli disse “io ho parlato con Gesù ieri notte e Gesù mi ha detto che morirò tra due giorni” e continuò dicendo che il suo nipote più piccolo sarebbe diventato un prete e successivamente vescovo. Esattamente dopo due giorni lui morì. Così il figlio piccolo cominciò a pensare al seminario e andò dal parroco per parlare del suo desiderio di entrare in seminario. Il parroco disse che era contento del desiderio del ragazzo di diventare prete. Un giorno questo parroco portò lui da un prete italiano che si chiamava si chiamava Luigi Pezzoni, un missionario del PIME. Lui era un dottore e aveva lavorato per più di 50 anni in India. Lì aveva costruito un ospedale per lebbrosi, scuole per i poveri e chiese per diverse comunità.
Quando il ragazzo vide e conobbe questo lavoro sentì il desiderio di entrare nel PIME . Il parroco, allora, scrisse una lettera perché lui fosse accettato ad un campo di animazione vocazionale organizzato dal Pime. A questa esperienza presero parte quasi 120 ragazzi e, dopo una settimana di campo, tornò a casa sua. Lì con impazienza aspettava una lettera, la lettera con cui i superiori del Pime che l’avevano seguito durante il campo, avrebbero detto sì al suo desiderio di entrare in seminario. Dopo qualche settimana di attesa, finalmente la lettera arrivò. La missiva diceva che dal 16 giugno 2004 il seminario del PIME sarebbe stato la sua nuova casa, da dove avrebbe potuto cominciare una nuova vita. Il primo anno, imparò inglese e nei due anni successivi lui frequentò la scuola superiore. Poi l’università per tre anni e due anni di filosofia. Gli studi poi vennero interrotti e per un anno lavorò con i bambini di strada nella capitale del suo stato Hyderabad. Si alzava ogni giorno alle 6:00 al mattino, andava alla stazione e sulla strada, per cercare i bambini e portarli in una struttura gestita dai padri salesiani. Questi bambini erano denutriti e non avevano vestiti loro, per questo li portava dai salesiani dove potevano trovare accoglienza e un piatto di riso. Tanti di questi bambini, poi, avevano perso i genitori altri invece erano scappati da casa loro per qualche problema, altri semplicemente non volevano studiare. Ma nella casa dei salesiani questi potevano ricevere vestiti e l’ opportunità di andare a scuola o trovare lavoro a loro scelta. Quest’esperienza coi bambini era stata la sua prima esperienza missionaria e questa è stata a desiderare di gioire e così anche soffrire per i poveri.
Fu così che il giovane lavorò con quasi 300 bambini dopo quell’ anno, inizio il suo ultimo anno di seminario in India, quello della spiritualità. Durante spiritualità fece anche un mese di esperienza con anziani, disabili e bambini speciali. Questa fu per lui un’altra bella esperienza che, insieme ad un periodo di due settimane vissuto in un monastero, contribuì a far crescere la sua vocazione.
Alla fine di quell'anno fece anche la promessa iniziale nel PIME. Dopo questo importante momento arrivò in Italia per terminare il suo cammino con lo studio della teologia. Ora da quattro anni si trova in Italia. Per concludere la sua piccola testimonianza direi che in questi quindici anni nella formazione sono rimasti proprio felice. Per lui il vero servizio ai poveri parte dalle convinzioni personali. Sono convinto che questa vita vuole donare al Signore nel fare la sua volontà. Vi ringrazia davvero per questa opportunità ad esprimere il suo cammino di fede in questi quindici anni nella formazione.
Questa è la storia di un ragazzo di nome Ranjith e io sono quel ragazzo che grazie alla parole di suo nonno ha detto il suo sì al Signore!
A quel punto ci fu una svolta. In quei giorni di confusione, suo nonno materno era malato. Quindi la sua famiglia si recò a trovarlo. Ad un certo punto il nonno chiamò i due fratelli e chiese loro di sedere uno a destra e l’altro alla sua sinistra e gli disse “io ho parlato con Gesù ieri notte e Gesù mi ha detto che morirò tra due giorni” e continuò dicendo che il suo nipote più piccolo sarebbe diventato un prete e successivamente vescovo. Esattamente dopo due giorni lui morì. Così il figlio piccolo cominciò a pensare al seminario e andò dal parroco per parlare del suo desiderio di entrare in seminario. Il parroco disse che era contento del desiderio del ragazzo di diventare prete. Un giorno questo parroco portò lui da un prete italiano che si chiamava si chiamava Luigi Pezzoni, un missionario del PIME. Lui era un dottore e aveva lavorato per più di 50 anni in India. Lì aveva costruito un ospedale per lebbrosi, scuole per i poveri e chiese per diverse comunità.
Quando il ragazzo vide e conobbe questo lavoro sentì il desiderio di entrare nel PIME . Il parroco, allora, scrisse una lettera perché lui fosse accettato ad un campo di animazione vocazionale organizzato dal Pime. A questa esperienza presero parte quasi 120 ragazzi e, dopo una settimana di campo, tornò a casa sua. Lì con impazienza aspettava una lettera, la lettera con cui i superiori del Pime che l’avevano seguito durante il campo, avrebbero detto sì al suo desiderio di entrare in seminario. Dopo qualche settimana di attesa, finalmente la lettera arrivò. La missiva diceva che dal 16 giugno 2004 il seminario del PIME sarebbe stato la sua nuova casa, da dove avrebbe potuto cominciare una nuova vita. Il primo anno, imparò inglese e nei due anni successivi lui frequentò la scuola superiore. Poi l’università per tre anni e due anni di filosofia. Gli studi poi vennero interrotti e per un anno lavorò con i bambini di strada nella capitale del suo stato Hyderabad. Si alzava ogni giorno alle 6:00 al mattino, andava alla stazione e sulla strada, per cercare i bambini e portarli in una struttura gestita dai padri salesiani. Questi bambini erano denutriti e non avevano vestiti loro, per questo li portava dai salesiani dove potevano trovare accoglienza e un piatto di riso. Tanti di questi bambini, poi, avevano perso i genitori altri invece erano scappati da casa loro per qualche problema, altri semplicemente non volevano studiare. Ma nella casa dei salesiani questi potevano ricevere vestiti e l’ opportunità di andare a scuola o trovare lavoro a loro scelta. Quest’esperienza coi bambini era stata la sua prima esperienza missionaria e questa è stata a desiderare di gioire e così anche soffrire per i poveri.
Fu così che il giovane lavorò con quasi 300 bambini dopo quell’ anno, inizio il suo ultimo anno di seminario in India, quello della spiritualità. Durante spiritualità fece anche un mese di esperienza con anziani, disabili e bambini speciali. Questa fu per lui un’altra bella esperienza che, insieme ad un periodo di due settimane vissuto in un monastero, contribuì a far crescere la sua vocazione.
Alla fine di quell'anno fece anche la promessa iniziale nel PIME. Dopo questo importante momento arrivò in Italia per terminare il suo cammino con lo studio della teologia. Ora da quattro anni si trova in Italia. Per concludere la sua piccola testimonianza direi che in questi quindici anni nella formazione sono rimasti proprio felice. Per lui il vero servizio ai poveri parte dalle convinzioni personali. Sono convinto che questa vita vuole donare al Signore nel fare la sua volontà. Vi ringrazia davvero per questa opportunità ad esprimere il suo cammino di fede in questi quindici anni nella formazione.
Questa è la storia di un ragazzo di nome Ranjith e io sono quel ragazzo che grazie alla parole di suo nonno ha detto il suo sì al Signore!