La storia dell’incontro con Cristo
Mi chiamo Santhosh Somireddypalli e vengo dall’India (diocesi di Kadapa).
Mi piacerebbe condividere con voi la gioia della mia vocazione.
La vocazione è una chiamata e una risposta: la storia dell’incontro con Cristo. In un momento particolare della vita, Gesù chiama ad uscire dal proprio progetto personale per assumere il suo progetto.
Quando ero un ragazzo, mentre frequentavo la scuola sotto la guida di alcuni preti diocesani, vedevo il loro servizio, l’amore, la generosità, la dedizione e soprattutto il loro dare la vita per gli altri, e dentro di me cresceva la chiamata a vivere la loro stessa vocazione. Da qui, è nato in me il desiderio di diventare come loro, per testimoniare, con la mia vita, la vita di Gesù nel servizio degli altri. Quindi nel 2007 sono entrato nel seminario del PIME e, dopo una lunga formazione in India, nel 2016 sono venuto in Italia, a Monza, per lo studio della teologia. Oggi frequento il quarto anno di teologia, in vista del sacerdozio missionario nel PIME.
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, ma se muore, produce molto frutto”. È questo un brano che ben esprime il significato della mia vocazione. Il chicco di grano è innanzitutto Gesù stesso. Come il chicco di grano egli è caduto in terra, e attraverso i suoi insegnamenti, la sua passione, morte e risurrezione ha portato frutti abbondanti. Questa immagine del piccolo seme mi aiuta anche a capire me stesso e il senso della mia vita, che è quello di diventare come Gesù, vivendo nel servizio come Lui. E Gesù mi dona di potere vivere la vita in modo bello, facendomi capire e mettere in pratica l’amore di Dio soprattutto verso i più piccoli e i più bisognosi, nei quali il Signore si identifica.
Nel villaggio da dove vengo, fino a nove anni fa non c’era ancora una Chiesa per pregare e celebrare l’Eucaristia, quindi riuscivo a partecipare alla Messa solo alla domenica nella chiesa principale e per arrivarci dovevo addirittura prendere una specie di taxi perché era lontana, e alla sera rientravo a casa tardi. Mi mancava quindi quella intima relazione con Gesù che possiamo vivere attraverso la comunione quotidiana con il suo Corpo. Ringrazio Dio perché oggi c’è una piccola cappella, dove vengono addirittura anche alcuni induisti per pregare insieme con noi.
Mi piacerebbe condividere con voi la gioia della mia vocazione.
La vocazione è una chiamata e una risposta: la storia dell’incontro con Cristo. In un momento particolare della vita, Gesù chiama ad uscire dal proprio progetto personale per assumere il suo progetto.
Quando ero un ragazzo, mentre frequentavo la scuola sotto la guida di alcuni preti diocesani, vedevo il loro servizio, l’amore, la generosità, la dedizione e soprattutto il loro dare la vita per gli altri, e dentro di me cresceva la chiamata a vivere la loro stessa vocazione. Da qui, è nato in me il desiderio di diventare come loro, per testimoniare, con la mia vita, la vita di Gesù nel servizio degli altri. Quindi nel 2007 sono entrato nel seminario del PIME e, dopo una lunga formazione in India, nel 2016 sono venuto in Italia, a Monza, per lo studio della teologia. Oggi frequento il quarto anno di teologia, in vista del sacerdozio missionario nel PIME.
“Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo, ma se muore, produce molto frutto”. È questo un brano che ben esprime il significato della mia vocazione. Il chicco di grano è innanzitutto Gesù stesso. Come il chicco di grano egli è caduto in terra, e attraverso i suoi insegnamenti, la sua passione, morte e risurrezione ha portato frutti abbondanti. Questa immagine del piccolo seme mi aiuta anche a capire me stesso e il senso della mia vita, che è quello di diventare come Gesù, vivendo nel servizio come Lui. E Gesù mi dona di potere vivere la vita in modo bello, facendomi capire e mettere in pratica l’amore di Dio soprattutto verso i più piccoli e i più bisognosi, nei quali il Signore si identifica.
Nel villaggio da dove vengo, fino a nove anni fa non c’era ancora una Chiesa per pregare e celebrare l’Eucaristia, quindi riuscivo a partecipare alla Messa solo alla domenica nella chiesa principale e per arrivarci dovevo addirittura prendere una specie di taxi perché era lontana, e alla sera rientravo a casa tardi. Mi mancava quindi quella intima relazione con Gesù che possiamo vivere attraverso la comunione quotidiana con il suo Corpo. Ringrazio Dio perché oggi c’è una piccola cappella, dove vengono addirittura anche alcuni induisti per pregare insieme con noi.
Qui in Seminario, ogni volta che partecipo all’Eucaristia quotidiana, sento che essa tocca la mia vita. La celebrazione eucaristica mi dona forza per vivere poi in comunione con gli altri, cercando il loro bene. Tutto questo mi dona gioia e consolazione per continuare il mio cammino verso Dio e verso il prossimo, mi dona la capacità di vivere insieme agli altri cosi come Gesù vive con tutti noi. Ho capito che il mistero di Dio non può essere scoperto nelle cose del “mondo”, ma solo in Gesù che soffre, muore e risorge. Nella persona di Gesù possiamo vedere tutta la bellezza e la purezza di vivere per gli altri: il suo amore per noi ci permette di fare tutto quello che Lui ha fatto, seguire tutto quello che Lui ha insegnato con la sua stessa vita. Infatti seguire Gesù Cristo significa farsi suoi discepoli, spogliando se stessi come Lui spogliò se stesso.
Ringraziando Dio, il 26 Settembre scorso, sono stato ordinato diacono nel Duomo di Milano insieme con i miei compagni di classe. In quel giorno ho pronunciato il mio ‘SI’ dinanzi alla Chiesa che è madre e che ha riconosciuto in me, senza merito, i segni di una autentica vocazione al sacerdozio.
Infine vorrei cogliere questa opportunità per ringraziare tutte le persone che mi hanno accompagnato nel mio cammino fin dall’inizio della mia formazione. Rimaniamo uniti nella preghiera, soprattutto in questo momento di pandemia. Affidiamoci al Signore Gesù Cristo, perché sia sempre in mezzo a noi, venga in nostro aiuto in questo tempo di sofferenza e così possiamo sperimentare ancora una volta il suo amore che guarisce.
Santhosh Somireddypalli
Quarto Anno di Teologia
Santhosh Somireddypalli
Quarto Anno di Teologia