Gli studenti di quest’anno provengono da oltre una quindicina di Paesi con culture estremamente eterogenee e dunque anche con sistemi educativi e formativi profondamente differenti fra loro.
In Brasile, per esempio, ha spiegato Benedito Jùnior Lima de Medeiros, al di là della comune differenziazione tra materie di base e specialistiche, è proprio il livello di approfondimento che cambia rispetto all’Italia. Specie, per esempio, nello studio della filosofia, che è propedeutico al quadriennio teologico e nel quale la disciplina è affrontata per scuole e non per singolo pensatore. Inoltre molto spazio è dato alla preparazione individuale dei temi e allo scambio, più che a un tipo di lezione frontale.
Anche in Africa e in Asia il sistema scolastico, sebbene risenta fortemente delle dominazioni europee (francese e inglese per lo più) si differenzia rispetto all’italiano principalmente per la metodologia di studio: il rapporto tra docente e discente, infatti, non sempre è improntato su una relazione che consente di approfondire i contenuti, ma piuttosto sull’accrescimento delle nozioni. Alcuni studenti del seminario del Pime provenienti dall’India, ad esempio, hanno evidenziato come la possibilità di far domande in classe è limitata alla richiesta di rispiegare un concetto non chiaro piuttosto che a soddisfare una curiosità emergente nel corso della lezione.
Anche il tema della povertà è stato toccato nel corso dell’incontro: in Myanmar, ha commentato Peter Saw, lo Stato investe realmente pochi soldi per l’istruzione e, seppure negli ultimi anni ci sia stata una lieve inversione di tendenza, finora ha disincentivato fortemente la mobilità degli insegnanti all’estero per studiare e aggiornarsi (è il caso dei docenti universitari) e anche per le classi intermedie non è stato favorito il sostentamento dei docenti.
L’incontro, ha poi spiegato p. Criveller, avrà certamente un seguito visto l’interesse suscitato, per fare in modo che lo Studio Teologico Missionario possa avvicinare sempre più i docenti dei corsi alla multiforme culturalità dei seminaristi che per alcuni anni vengono a vivere e a studiare nella città di Monza.
Sabrina Arosio