La prima giornata è stata aperta dal filosofo Salvatore Natoli, che ha subito provocato l'uditorio con la sua relazione: "Eritis mihi testis. È possibile l'evangelizzazione nell'età della secolarizzazione?". Il professore osservava che nell'era della secolarizzazione Gesù viene comunicato "sempre meno come colui che siede alla destra del Padre e sempre più come colui che sta in compagnia degli uomini". Un Gesù che pratica la carità, la insegna agli uomini, che a loro volta praticandola giungono a Dio. Può bastare ai cristiani?
Nel pomeriggio si sono tenute le testimonianze missionarie di p. Carlo Torriani dall'India e p. Giorgio Licini dalla Papua Nuova Guinea.
Seconda giornata tutta all'insegna del racconto. La mattina ha visto il biblista don Roberto Vignolo impegnato a mostrare un percorso dal kerigma, il nucleo della fede in Gesù, ai racconti della vita, nelle quattro forme "secondo ...", per poter fondare la fede. Cogliere i punti di vista degli evangelisti in una lettura con amore, intelligente e insieme, riattacca la lettura della vita di Gesù alle grandi domande della vita. Nella sessione pomeridiana il poeta Davide Rondoni ha risvegliato il gusto del narrare Gesù, condividendo la sua esperienza di poeta affascinato e impegnato a raccontare la storia di un "uomo a cui tutti sono interessati".
Durante l'ultima giornata è intervenuto mons. Paolo Martinelli, che ha esposto un lavoro sulla testimonianza cristiana oggi. Partendo da come si è espressa la teologia sulla parola testimonianza, ha ampliato il discorso mostrando come nella pratica si possano intendere forme differenti di testimonianza. Ha continuato sollevando le questioni che la modernità oppone all'idea di testimonianza cristiana e concluso proponendo la figura della testimonianza tra verità e libertà.
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