È fu il 2 dicembre ’13, in cui si è svolto l’incontro al seminario con i parroci e collaboratori dell’Apostolato dove i seminaristi svolgono i loro servizi pastorali. Ormai è la tradizione che alla festa di San Francesco Saverio (uno dei due patroni delle missioni) che il seminario ospita questo incontro. Primariamente è un incontro per esprimere la gratitudine, per offrirgli l’ospitalità e in breve per rinforzare il legame d’amicizia tra i seminaristi, il PIME e le parrocchie, compresi gli istituti, che quest’incontro poi diventa non più tra un individuo seminarista e il parroco ma tra il PIME e le diocesi. Quest’anno per quest’evento è stato proposto di riflettere e approfondire l’impegno della chiesa nella pastorale degli immigranti. Il seminario ha invitato Don Quadri a presentarci alcune dimensioni fondamentali e la sua importanza nella Chiesa ch’è missionaria per natura. Era momento opportuno per riflettere, approfondire e confrontare alcune tematiche dell’immigrazione dato al fatto dell’aumento nei percentuali degli immigranti nel territorio italiano e precisamente nelle parrocchie. Questa nuova realtà degli immigranti in giro di pochi decenni ha creato una nuova pastoralità e la missionarietà ad intra della chiesa italiana. Certamente, la presenza di un missionario straniero in mezzo agli immigranti è un dono alla Chiesa e sarebbe un incontro efficace di progredire uno scambio dei valori culturali, facilitando e promuovendo l’umanità. Don Quadri con tutta sua esperienza del ministero pastorale tra gli immigranti nella diocesi di Milano ha aperto vari orizzonti del fenomeno. Vi sono alcuni spunti estratti dal trattato di Don Quadri: Fondamentalmente, la migrazione mette in luce una delle componenti profonde della persona umana. Al centro di ogni fenomeno migratorio dobbiamo saper vedere la persona con i suoi diritti e doveri. Ed essa ci chiede: 1.un progetto sulle persone e sulle strutture, 2. L’accoglienza e alla stessa Chiesa dei profondi cambiamenti. 3. La visione dell’uomo che viene dalla Parola di Dio. Bisogna coltivare nella nostra pastorale e anche nella società, il rispetto delle identità culturali (storia – tradizioni – abitudini – riferimenti di ogni tipo – fino alla religione) di ciascun popolo e di ciascuna etnia da un lato. La Chiesa si deve vestirsi con l’impegno di accoglienza che gioisce del diverso, ma che, nello stesso, tempo esige una collaborazione e quindi un’integrazione che tenda al bene comune della società, perché la diversità è la ricchezza della chiesa. Don verso la fine termina dicendo, “Sembra un lavoro estremamente arduo e impegnativo e lo è! Occorre però incominciare, sperimentare, riflettere, cambiare, fino ad arrivare – con l’aiuto di Dio – a buoni risultati. Forse la meta è ancora lontana, ma noi siamo in cammino, come migranti.” Questa conferenza sembra provocato la pastorale dei parroci, i quali dopo la presentazione hanno reagito con diverse domande, preoccupazioni e dei commenti. Dopo la tavola rotonda sulla Pastorale, per gli auguri natalizi, è stato regalato ai parroci il libro "il cuore altrove" di p. Fabrizio Calegari, missionario in Bangladesh, poi la giornata è conclusa con il pranzo. Anand Talluri III Teologia |
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Gennaio 2023
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