Dagli inizi fino ad oggi il PIME ha lavorato e lavora nell'area metropolitana di Manila, nell'isola di Mindanao, e sull'isola di Antique.
Lungo i cinquant’anni di storia la presenza del PIME è sempre stata motivata dall’attività pastorale, rispondendo alle richieste della Chiesa locale; L' impegno nel dialogo inter-reliogioso con l’islam, la dedizione alla causa dei tribali, la lotta in difesa dei loro diritti e delle loro terre.
In questa nazione il PIME ha avuto tre missionari martiri: p. Tullio Favali (1985), p. Salvatore Carzedda (1992) e p. Fausto Tentorio (2011). E’ difficile contare il numero esatto dei missionari che, in terra filippina, sono stati rapiti (come nel caso di Luciano Benedetti nel 1998 e di Giancarlo Bossi nel 2007), minacciati di morte oppure costretti a cambiare residenza per un tempo più o meno lungo.
Oggi i missionari impegnati nel Paese sono 16, più della metà dei quali sopra ai 60 anni di età. La presenza dell’Istituto si concentra in due aree: Manila e dintorni e Mindanao, la grande isola a Sud, dove il PIME è attivo prevalentemente in area rurale.
Il 31 ottobre scorso, è avvenuta una grande celebrazione nella Diocesi di Kidapawan per ricordare i nostri martiri e per il 50° del PIME nelle Filippine. Durante la messa padre Ronnie Villamor, uno dei primi preti di Kidapawan, ordinato subito dopo l’uccisione di Tullio Favali, ha raccontato ai presenti, circa 500 persone provenienti dalle parrocchie servite dal PIME, come i missionari si siano adattati alle condizioni del luogo, mangiando quello che la gente mangiava, spostandosi come la gente si muoveva, a piedi, a cavallo o in moto, e adattandosi a vivere in condizioni considerate misere e marginali.
Monsignor Bagaforo a descritto Padre Tullio come “Innocent, but willing” (Innocente, ma pronto al servizio)” e padre Fausto Tentorio “Humble but advocate” (Umile ma pronto a prendere le parti dei più deboli). Infine, molte parole di apprezzamento a padre Peter Geremia, instancabile difensore dei diritti umani soprattutto delle popolazioni indigene della Diocesi di Kidapawan; B’laang, B’laang e Manobo. La lunga celebrazione è finita con una piccola processione al cimitero dove sono seppelliti i preti di Kidapawan e i nostri padri Tullio e Fausto.