Mi ha colpito tantissimo l’esperienza di fede che ho vissuto da poco tempo qui in Italia,
un paese ricco di cultura e arte di ogni tipo, con chiese antiche legate alle storie di
santità e di dedizione umana. Pensando a tutto questo, mi è venuta in mente un’immagine: l’Europa mi appare come un vecchio giardino di fede che in effetti ha prodotto tanto frutto missionario per il mondo. Dunque mi è nata l’idea di scrivere questo messaggio, indirizzato soprattutto alla nostra generazione, che penso ne abbia davvero bisogno.
Oggi dicono che la chiesa europea stia soffocando e morendo a causa della ridotta
partecipazione giovanile nelle attività religiose e soprattutto perché c’è meno frequenza in chiesa. La nostra chiesa di oggi è diventata come un vecchio giardino con solo vecchi fiori dentro, un giardino che una volta produceva una bellezza
enorme, ma che ora ha bisogno di evolversi e riempirsi di nuovi fiori, con un nuovo profumo e maggior ricchezza spirituale possibile.
E noi? Noi che siamo i semi con la potenza di rinnovare la bellezza di questo giardino della nostra chiesa, dove ci siamo nascosti? Che cosa ne pensiamo?
Tutti noi abbiamo la potenzialità e gli strumenti possibili per ridare vita e una nuova forma alla nostra chiesa morente. La verità, carissimi, è che la chiesa ha bisogno di noi! Gesù ha bisogno di noi! L’amore di Gesù è sovrabbondante, ma ci
sono canali per portare ad altri il messaggio della misericordia di Dio. La situazione è molto triste, ed è più triste pensando che il nostro agire non è molto diverso da quello della parabola dei talenti detta da Gesù nel vangelo, che parla di un padrone che affida i suoi beni ai suoi tre servi, quando l’ultimo, a causa della paura, se ne andò a
scavare la terra per nascondere il denaro (Mt 25, 14-30).
Oggi non possiamo anche noi identificarci con questo servo?
In effetti, anche noi tante volte ci nascondiamo, ci
allontaniamo dalla nostra fede per vari motivi, tra quali il disagio sociale, la mancanza dello stimolo di portare avanti la nostra fede quando ci si trova in crisi e altro. Il non riuscire poi a risolvere questi nostri problemi, influenza negativamente la nostra fede e ci spinge all’abbandono di un elemento importante della nostra esistenza, cioè Dio. In questa nostra epoca, noi non viviamo più nella verità, facciamo finta di stare bene, ma il cuore si sta squarciando di dolore, l’inquietudine e tante altre preoccupazioni occupano la nostra vita e in realtà quello che ci manca davvero è l’avvicinarsi di più a Cristo e coltivare la nostra relazione con Dio. Quello che ci manca è l’amore di colui che abbiamo cercato in tutti modi di sostituire con tante altre cose mondane, dimenticando la realtà fondamentale che ci ha sostenuto e ci può sostenere per tutta la nostra vita; dimentichiamo anche che da soli non possiamo mai raggiungere la felicità vera e assoluta, che senza la vicinanza del Padre Eterno la nostra vita non avrebbe senso.
Ora, la buona notizia è che non dobbiamo avere mai paura di essere sinceri con noi stessi e con il mondo. Gesù infatti ci invita a ritornare alla base, al nostro posto in chiesa. Gesù, in effetti, non ci chiede grandi sforzi, non ci chiede cento kilogrammi di fede come condizione per stare con lui, per riconoscerlo come il nostro salvatore e
prendere il nostro posto attivo nella chiesa. Egli ci chiede solo un piccolo sforzo di fidarci di lui. Al Signore basta solo una fede piccola come un granello di senape, sufficiente a spostare le montagne e a creare i sentieri nel mare (Mt 13). La fede tra al’altro non è come lo pensiamo noi, la fede è come una lampada nelle mani di uno
che cammina nel bosco di notte, la lampada non è sufficiente per illuminare l’intero bosco, ma solo là dove si deve mettere il piede e pian piano si arriva alla destinazione desiderata. Ecco amici, ecco come funziona la fede. Noi siamo preziosi agli occhi di Dio, perché abbiamo la possibilità di ricostruire la vera felicità prima in questa vita e poi
eternamente in paradiso. Abbiamo la potenzialità e l’opportunità di ringiovanire la nostra chiesa, come giovani pieni di spirito e di vigore. Vi invito ora a ritornare a riflettere su come abbiamo vissuto la nostra fede ultimamente e a farci questa domanda onesta, “Dove colloco Gesù nella mia vita?”
VOSTRO FRATELLO IN CRISTO,
Edward Mbewe.